Amazon tratta con l’antitrust Ue sulle indagini che riguardano anche la logistica
Come anticipato nei mesi scorsi da Reuters, mentre aspettava l’esito dell’indagine dell’antitrust italiano (chiusasi poi con una sanzione milionaria), Amazon aveva iniziato a trattare con l’analogo organismo comunitario per la doppia istruttoria aperta a Bruxelles nei suoi confronti al fine di evitare una conclusione simile. A confermarlo è una nota di pochi giorni fa con […]
Come anticipato nei mesi scorsi da Reuters, mentre aspettava l’esito dell’indagine dell’antitrust italiano (chiusasi poi con una sanzione milionaria), Amazon aveva iniziato a trattare con l’analogo organismo comunitario per la doppia istruttoria aperta a Bruxelles nei suoi confronti al fine di evitare una conclusione simile.
A confermarlo è una nota di pochi giorni fa con cui la Commissione Europea ha invitato tutti gli eventuali interessati a dire la propria sugli impegni (commitment proposal) che l’azienda di Jeff Bezos ha detto di voler assumere a seguito dello stesso procedimento. Tra le proposte (la cui redazione, chiarisce il documento, non sottintende però che Amazon concordi con la ricostruzione delle sue attività fatta dall’authority) ce ne sono diverse che riguardano anche le attività logistiche.
Si tratta – riassume la stessa Commissione Europea – della applicazione di criteri non discriminatori per l’ammissibilità al programma Prime (l’aderire o meno a Fba, Fullfilment By Amazon), la possibilità per i venditori Prime che non si avvalgono della logistica di Amazon di scegliere il proprio vettore e negoziare direttamente con lui le condizioni commerciali, infine dell’impegno a mantenere riservate informazioni di questi venditori relativamente a volumi, puntualità e altri dati relativi a spedizioni e consegne.
Questi impegni, chiarisce ancora la Commissione, riguardano tutti i paesi dello Spazio economico europeo in cui Amazon è o sarà attiva (a eccezione dell’Italia per quel che riguarda Prime e Buy Box dato che già l’Agcm nella sua decisione dello scorso novembre ha imposto all’azienda delle correzioni per quel che riguarda il mercato nazionale), rimarranno in forza per 5 anni e la loro implementazione sarà tenuta sotto controllo da un apposito ‘monitoring trustee’.
Pare avviarsi quindi ora verso una conclusione meno dispendiosa (per Amazon) un procedimento che era stato avviato dalla Commissione Europea inizialmente nel settembre del 2019 sulle possibili pratiche anti-concorrenziali messe in atto dall’azienda nelle attività di vendita. Inizialmente l’indagine aveva puntato a valutare l’operato potenzialmente conflittuale di Amazon sul suo stesso marketplace, dove il l’azienda opera anche come venditore in concorrenza con gli altri merchant, rispetto ai quali poteva godere di un vantaggio indebito dato dall’essere a conoscenza delle loro transazioni, offerte e altre informazioni.
Successivamente la Commissione Europea aveva comunicato l’avvio di una ulteriore indagine, focalizzata sull’ipotesi che i venditori che si affidano per la logistica direttamente ad Amazon (aderendo al programma Fba, ovvero Fulfillment by Amazon) ottengano visibilità e posizionamento migliori, e sui metodi di selezione del programma Buy Box, ovvero temi simili a quelli già al centro dell’inchiesta ‘italiana’.
F.M.
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