Le barbabietole di Coprob viaggiano in treno dal Piemonte al Veneto
Cinque treni a settimana, nei mesi di agosto e settembre, viaggeranno tra il Piemonte e il Veneto per trasportare circa 12mila tonnellate di barbabietole del consorzio Coprob-Italia Zuccheri, coltivate nelle province di Alessandria e Pavia, verso la destinazione finale dello zuccherificio di Pontelongo passando per l’interporto di Padova. Nel dettaglio la relazione ferroviaria mette in […]
Cinque treni a settimana, nei mesi di agosto e settembre, viaggeranno tra il Piemonte e il Veneto per trasportare circa 12mila tonnellate di barbabietole del consorzio Coprob-Italia Zuccheri, coltivate nelle province di Alessandria e Pavia, verso la destinazione finale dello zuccherificio di Pontelongo passando per l’interporto di Padova.
Nel dettaglio la relazione ferroviaria mette in collegamento Rivalta Scrivia (Alessandria), e ancora più precisamente la piattaforma Rail Hub Europe del gruppo Gavio, con lo scalo intermodale; da lì la merce prosegue poi via gomma fino all’impianto di lavorazione.
Diversi gli operatori logistici coinvolti nell’iniziativa. In primis Metrocargo Italia, che al consorzio offre il servizio completo door to door inclusivo della fornitura delle casse mobili, del trasporto via gomma di primo e ultimo miglio, di quello ferroviario, operato da Medlog, nonché il relativo monitoraggio.
“Solitamente il nostro raggio medio ponderale di approvvigionamento si aggira sugli 80 km per ciascuno stabilimento, ma per la cooperativa è fondamentale poter assicurare agli agricoltori la possibilità di coltivare barbabietola da zucchero. Questo progetto ci consente di estendere il nostro bacino riducendo al minimo l’impatto ambientale” ha commentato Alessandro Cappelli, Responsabile della Programmazione di Coprob.
La cooperativa, unico produttore di zucchero in Italia, grazie alla sua filiera biologica, ha reso possibile riportare la coltura della barbabietola in regioni dove si era persa a causa della chiusura degli stabilimenti. Oggi circa 30 aziende agricole del Pavese e dell’Alessandrino hanno così ampliato la rotazione con vantaggi agronomici, ambientali e di marginalità.
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