Prosegue il blocco dell’autotrasporto Eni a Taranto
Si svolgerà domani un incontro alla Prefettura di Taranto per affrontare la vertenza accesa dal sindacato Usb, che dal primo settembre ha organizzato il presidio, con un’ottantina di veicoli industriali, del varco 2 della raffineria Eni della città pugliese, impedendo l’ingresso e l’uscita delle autobotti, con problematiche di approvvigionamento – riporta la stampa locale – […]
Si svolgerà domani un incontro alla Prefettura di Taranto per affrontare la vertenza accesa dal sindacato Usb, che dal primo settembre ha organizzato il presidio, con un’ottantina di veicoli industriali, del varco 2 della raffineria Eni della città pugliese, impedendo l’ingresso e l’uscita delle autobotti, con problematiche di approvvigionamento – riporta la stampa locale – già riverberatesi su distribuzione in rete e in extrarete (nella filiera agricola in particolare).
A scatenare la protesta di Usb è stata la nuova aggiudicazione da parte di Eni dell’appalto per il trasporto di carburante alla società G&A del Gruppo Gavio, da 8 anni titolare del medesimo (gli ultimi 5 in proroga). Il sindacato stigmatizza che G&A “utilizzi autotrasportatori che provengono da fuori Taranto, lasciando a casa quelli del territorio che da tanti anni si occupano del servizio. I piccoli autotrasportatori, che una volta lavoravano direttamente per Eni, ora operano in subappalto. Non può passare in secondo piano, piuttosto, la vicenda dei rimorchi che gli autotrasportatori locali sono stati costretti a vendere, caricandosi poi il costo del nolo degli stessi e ripagandoli per dieci volte. Su questo Eni non è mai intervenuta, pur essendo a conoscenza di tutto, e che in altri Paesi sarebbe stato considerato palesemente illegale”.
Nei giorni scorsi Eni in una nota ha ribadito “il proprio impegno al fine di garantire i servizi di autotrasporto con l’attuazione di meccanismi di salvaguardia in merito alle ricadute sull’indotto locale. Il recente appalto, assegnato agli stessi due fornitori che da tempo effettuano il servizio, prevede il ricorso a una quota pari al 50% di trasportatori locali, così come in passato. Eni ha pertanto garantito continuità e vigila affinché i requisiti contrattuali siano rispettati dai due appaltatori, i quali hanno facoltà di individuare le ditte locali con le quali operare, ovviamente nel pieno rispetto degli standard imposti da Eni”.
A sostegno della causa degli autotrasportatori tarantini è arrivata una nota dell’associazione concittadina degli agenti marittimi Raccomar: “Si associa senza indugio la Raccomar Taranto alla protesta e alle rivendicazioni poste in essere dalla categoria degli Autotrasportatori di Taranto a proposito della serrata che si è tenuta alle portinerie Eni, in merito ai contratti di affidamento, in cui i vincitori della gara dei trasporti risultano essere ancora aziende non tarantine e in cui vige la regola del subappalto a prezzi stracciati, pur nella cosiddetta ‘garanzia’ territoriale. Raccomar, condividendo le preoccupazioni dei trasportatori sottolinea il grave momento di crisi che lo shipping e le stesse agenzie marittime stanno attraversando per effetto del drastico calo dei traffici. Una crisi che mette a repentaglio le aziende e i posti di lavoro dei dipendenti con rischio di licenziamenti a catena. Un’eventualità che purtroppo a Taranto non è più solo una probabilità, ma piuttosto una vera crisi del settore che si allarga a tutta la catena coinvolgendo ogni categoria collegata” ha affermato Giuseppe Melucci, presidente dell’associazione.
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