Oltre 30 milioni di mq e circa 50 binari da 740 metri: la fotografia degli interporti italiani
Si sviluppano su una superficie complessiva di 30,5 milioni di metri quadrati, il 12% dei quali dedicato a terminal intermodali (3,98 milioni). Per il 61% fanno capo a enti di natura pubblica o pubblico-equivalente, per la quota restante sono in mano a privati. La loro dotazione ferroviaria è molto eterogenea, con un numero di binari […]
Si sviluppano su una superficie complessiva di 30,5 milioni di metri quadrati, il 12% dei quali dedicato a terminal intermodali (3,98 milioni). Per il 61% fanno capo a enti di natura pubblica o pubblico-equivalente, per la quota restante sono in mano a privati. La loro dotazione ferroviaria è molto eterogenea, con un numero di binari che va dai 3 ai 40 (nel caso di Verona e Padova).
Si tratta di alcuni dati relativi agli interporti italiani, così come ‘fotografati’ da una analisi del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili contenuta in un documento dal titolo ‘Mobilità e logistica sostenibili. Analisi e indirizzi strategici per il futuro’ che porta ancora la firma dell’ex titolare del dicastero, Enrico Giovannini.
L’indagine, che ha preso in considerazione 23 delle 25 strutture presenti in Italia, evidenzia anche come siano 9 gli interporti dotati di binari a standard EU di 740 metri (nel dettaglio, si tratta di Interporto Sud Europa, Interporto Padova, Interporto di Cervignano del Friuli, Interporto di Venezia – Carbones, Interporto della Toscana Centrale, Interporto Centro Italia Orte, Interporto Centro Ingrosso Pordenone, Interporto Campano, Interporto Bologna). Questi sono complessivamente sono però “circa 50”, pari al 30% del totale dei binari operativi dichiarati.
Dei 23 poli considerati, tutti offrono servizi di handling di container e casse mobili e il 78% anche di semirimorchi. Le attività sono prevalentemente svolte attraverso reach stacker, mentre solo 4 interporti sono dotati di gru a portale su rotaia. La maggior parte degli scali (83%) offre servizi di manovra ferroviaria (83%) e immobiliari (74%), mentre la logistica 3PL è proposta nel 61% dei casi.
Presente nel 65% dei casi la gestione automatizzata dei dati, che si ritrova nel 61% dei gate stradali e però solo nel 26% di quelli ferroviari. Altri servizi di qualità come la presenza di corridoi doganali e di city logistics si riscontrano solo, rispettivamente, in 8 e in 4 casi. Da rilevare però che uffici delle Dogane sono invece presenti nell’82% dei 23 casi considerati, mentre la Motorizzazione Civile ha presidi nel 56% dei casi e è possibile usufruire di pese certificate dei carichi nell’87% delle strutture.
La rilevanza del traffico su gomma infine fa sì che tutti gli scali siano dotati di distributori di carburanti a base fossile e di servizi di manutenzione dei mezzi. Presenti quasi ovunque, inoltre, attività di manutenzione container, mentre la disponibilità di carburanti alternativi è rara, a eccezione del Gnl, distribuito nel 56% delle strutture analizzate.
F.M.
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