Lombard (Geodis): India logisticamente immatura come sostituta manufatturiera della Cina
La necessità, per le aziende, di diversificare le proprie fonti di approvvigionamento, così come il consolidamento tra operatori logistici, sono due delle tendenze che secondo Marie-Christine Lombard, numero uno di Geodis, accompagneranno ancora per molto le catene logistiche globali. Alla guida del gruppo francese da 10 anni, la manager ne ha parlato al Wall Street […]
La necessità, per le aziende, di diversificare le proprie fonti di approvvigionamento, così come il consolidamento tra operatori logistici, sono due delle tendenze che secondo Marie-Christine Lombard, numero uno di Geodis, accompagneranno ancora per molto le catene logistiche globali.
Alla guida del gruppo francese da 10 anni, la manager ne ha parlato al Wall Street Journal in un’intervista in cui ha indicato la “complessità” come un fattore destinato a permanere negli scambi commerciali.
Uno dei fenomeni sottostanti a questa tendenza è il desiderio delle aziende (diventato lampante durante la pandemia ma in atto già da prima) di affrancarsi dalla Cina come unico mercato di approvvigionamento, un percorso che però in certi casi si scontra con l’immaturità di aree alternative. Quelle scelte al momento, secondo Lombard, sono soprattutto “Sud Est asiatico, India, Polonia e Turchia”, nonché il Messico, “molto interessante per il Nord America”.
La sostituzione non sarà però semplice: “Vedo molta complessità ed è per questo che non è facile sostituire la Cina” ha detto Lombard, che parlando in particolare dell’area asiatica ha detto: “L’infrastruttura in India è terribile. Le strade sono in disordine. La ferrovia non funziona. Ma non è solo infrastruttura. È anche la forza lavoro. E telecomunicazioni. È davvero un intero ecosistema che è importante. Quando arrivi in un paese da un porto o da un aeroporto, hai bisogno di camion e autisti. Devi avere autostrade. E ora in Europa, ma forse meno negli Stati Uniti, c’è anche la transizione ecologica che sta aggiungendo sfide perché le persone vogliono camion ecologici, ma i produttori non stanno ancora producendo i camion in numero sufficiente”. In sintesi: “L’intera filiera viene ripensata, ricalibrata e rivalutata. E posso dire che questo durerà un po’”.
Nell’intervista al Wsj ha poi trovato spazio il tema delle acquisizioni (Geodis negli ultimi anni ne ha concluso diverse), rispetto al quale la Ceo di Geodis ha espresso questa riflessione: “Molte aziende vogliono anche che i loro fornitori di servizi logistici siano globali e siano in grado di seguirli in molti paesi diversi. Questo richiede investimenti. Quindi i piccoli operatori devono prendere una decisione. Vogliono investire o verranno acquistati? Ed è per questo che si vede tutto questo consolidamento. E penso che continuerà”.
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