Agli arresti domiciliari l’imprenditore siciliano Salvatore Luigi Cozza (Lct)
L’imprenditore siciliano Salvatore Luigi Cozza, cui fa capo Lct, è stato posto agli arresti domiciliari nell’ambito di una indagine per corruzione che verte attorno alla gestione della Società degli Interporti Siciliani (Sis) e che sta coinvolgendo anche alcuni nomi chiave della politica dell’isola. Tra loro l’ex deputato regionale Nino D’Asero (destinatario della stessa misura) così […]
L’imprenditore siciliano Salvatore Luigi Cozza, cui fa capo Lct, è stato posto agli arresti domiciliari nell’ambito di una indagine per corruzione che verte attorno alla gestione della Società degli Interporti Siciliani (Sis) e che sta coinvolgendo anche alcuni nomi chiave della politica dell’isola.
Tra loro l’ex deputato regionale Nino D’Asero (destinatario della stessa misura) così come l’assessore regionale all’Economia (ed ex titolare di Trasporti e Infrastrutture) Marco Falcone nonché l’ex vicepresidente della giunta siciliana Gaetano Armao, entrambi indagati. Ai domiciliari anche l’amministratore unico di Sis, Rosario Torrisi Rigano, e una dipendente della società, Cristina Sangiorgi.
Dall’inchiesta, riferiscono le testate siciliane, in particolare sarebbe emersa l’esistenza di un “accordo corruttivo” tra Cozza e Torrisi Rigano relativo alla Società degli Interporti Siciliani, realtà cui fa capo anche il polo logistico dell’Interporto di Catania, di cui la Luigi Cozza Trasporti si era aggiudicata nel 2019 la concessione per 9 anni. Secondo le ricostruzioni, l’amministratore di Sis avrebbe concesso a Lct l’area in uso gratuito già alcuni mesi prima della formalizzazione del contratto, avvisandola anche dei controlli da parte dei Vigili del Fuoco, e omettendo o ritardando l’invio a essa di diffide ufficiali. In cambio, Cozza avrebbe assunto alle sue dipendenze la nuora di Torrisi Rigano e promesso al manager pubblico ulteriori futuri vantaggi. Torrisi Rigano risulterebbe inoltre indagato per essersi appropriato di una somma di 2.850 euro della società tramite bonifici a suo favore.
Un altro filone dell’indagine riguarda le pressioni che l’ex deputato regionale avrebbe fatto su Torrisi Rigano per garantire alla dipendente di Sis Cristina Sangiorgi un trattamento di favore e revocare un licenziamento per giusta causa a suo carico per una presunta “laurea inventata”. Per queste pressioni D’Asero si sarebbe rivolto anche a Falcone e Armao.