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No stress e digitalizzazione le tendenze per il 2023 del procurement

Dopo un 2022 di forte pressione, per i professionisti del procurement il 2023 dovrà essere un anno in cui ripensare e riorganizzare il modello delle catene di approvvigionamento. Lo sostiene Fabio Zonta, responsabile di questa funzione aziendale in Engineering Ingegneria Informatica e co-autore del libro Procurement Rievolution – che ha elencato tre tendenze che dovranno […]

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17 Gennaio 2023
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Fabio Zonta

Dopo un 2022 di forte pressione, per i professionisti del procurement il 2023 dovrà essere un anno in cui ripensare e riorganizzare il modello delle catene di approvvigionamento. Lo sostiene Fabio Zonta, responsabile di questa funzione aziendale in Engineering Ingegneria Informatica e co-autore del libro Procurement Rievolution – che ha elencato tre tendenze che dovranno guidare l’operato dei team anche con l’obiettivo di “fare di più anche con meno risorse”.

Passaggio necessario per raggiungere questo traguardo è però secondo Zonta, prima ancora, quello di rivedere l’intera organizzazione manageriale. “I leader aziendali e i consigli di amministrazione dovranno impegnarsi non solo dovranno essere sempre più informati e preparati sull’argomento degli approvvigionamenti, ma dovranno ascoltare, coinvolgere e riposizionare in cima alla piramide organizzativa aziendale ruoli topici e strategici quali appunto il procurement manager, così come il risk manager, il supply chain manager o l’AI manager”.

Ecco dunque in sintesi le tre tendenze da tenere sotto osservazione nel 2023:

  1. Attenzione allo stress dei professionisti
    Nel 2023, secondo Zonta, sarà necessario porre molta più attenzione al benessere psico-fisico dei professionisti del procurement, anche perché, secondo un recente sondaggio Procurious, lo scorso anno il 32% di loro ha usato scorciatoie nella scelta dei criteri di approvvigionamento e dei fornitori. Una pratica che “può portare a grandi rischi per le aziende, nonché abbassare la qualità delle forniture” secondo il manager, che invita le aziende a supportare i relativi team innanzitutto con “investimenti nella digitalizzazione delle catene di approvvigionamento”.
  2. Semplificazione dei processi con l’e-procurement
    Un dato incoraggiante, secondo l’analista, è il fatto che nel 2023 il 78% dei CFO manterrà o aumenterà gli investimenti digitali a livello aziendale, anche se l’inflazione dovesse persistere (dati Gartner).
    Oltre a sgravare i responsabili procurement da un eccesso di pressione, la digitalizzazione porterà a catene di fornitura “più sostenibili e agili”, a “maggiore velocità e precisione, livelli di sicurezza più elevati e infine costi di elaborazione inferiori”. Permetterà inoltre ai team di risparmiare tempo in diverse aree, consentendo loro di “concentrarsi maggiormente in attività strategiche e a valore aggiunto.”
  3. Alla ricerca di talenti It (anche a distanza)
    Per realizzare l’evoluzione tecnologica delle catene di approvvigionamenti è necessario dotarsi di professionisti It deputati a implementare soluzioni e processi. La loro carenza potrebbe perciò rappresentare un ostacolo importante in questo percorso, “considerando che già adesso i team IT dedicati allo sviluppo delle nuove tecnologie per la supply chain sono limitati”. Una soluzione che alcune aziende stanno adottando “è quella di rivolgersi ai talenti tech a distanza, ovvero che possano svolgere le loro mansioni completamente da remoto e in qualsiasi parte del mondo essi siano. Certo questo ha anche un risvolto della medaglia e richiederà alle aziende di adeguare o implementare le proprie infrastrutture informatiche per garantire sicurezza e protezione dei dati.”ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA DI SUPPLY CHAIN ITALY

 

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