Crollano nel 2022 i traffici su treno tra Cina e Italia (-91,62%)
Nel 2022, anche per via della guerra in Ucraina, i traffici ferroviari merci tra Cina e i paesi europei hanno subito un forte calo, che nel caso particolare dell’Italia si è rivelato un vero e proprio crollo. A dirlo sono i dati di Utlc Era, al centro di un articolo della testata specializzata RailFreight. La […]
Nel 2022, anche per via della guerra in Ucraina, i traffici ferroviari merci tra Cina e i paesi europei hanno subito un forte calo, che nel caso particolare dell’Italia si è rivelato un vero e proprio crollo.
A dirlo sono i dati di Utlc Era, al centro di un articolo della testata specializzata RailFreight. La società – joint venture tra le ferrovie di Russia, Bielorussia e Kazakistan che offre treni container blocco lungo la rotta che attraversa i tre paesi – è considerata ‘responsabile’ di circa il 90% dei volumi che si muovono su ferro lungo la tratta Cina – Europa – Cina. Nel corso del 2021 aveva gestito complessivamente circa 1 milione di Teu, un traffico che puntava a far crescere del 20% nel corso dell’anno successivo.
Previsioni che alla fine appaiono essere state completamente disattese. Il resoconto non offre un dato preciso sulle movimentazioni complessive gestite da Utlc Era nel 2022 ma sommando le quote dei singoli paesi per cui questi sono noti si arriva intorno ai 410.000 Teu complessivi.
A subire il maggior tracollo è stata come detto l’Italia, che risulta avere movimentato il 91,62% di volumi in meno dell’anno precedente per una quota pari solo a circa 100 Teu. Cali significativi, in percentuale, sono inoltre quelli riscontrati nei traffici con la Repubblica Ceca (-79,81%, 1.338 Teu), Paesi Bassi (-62,09%, 14.684 Teu), Francia (-61,05%, 814 Teu), Svezia (-60%, 200 Teu), mentre ad avere vissuto degli exploit sono quelli in direzione di Ungheria (+1266%, 7.160 Teu) e in misura molto minore Danimarca (+100%, 200 Teu).
Guardando ai dati dal punto di vista dei valori assoluti, anche nel 2022 ad avere gestito i maggiori traffici merci via treno con la Cina è stata la Polonia che, nonostante un calo di circa il 21%, ha totalizzato 195.736 Teu. Segue la Germania, con 171.868 Teu (in flessione del 38,81%). Molto distanziati i paesi successivi della lista: al terzo posto compare infatti il Belgio con 15.505 Teu (-49,1%), seguito dai Paesi Bassi (come già visto in calo del 62,09% a 14.684 Teu) e Ungheria (che di contro, come già notato, incrementa la sua quota a 7.160 Teu con uno scatto in avanti del 1266%).
Diversi i punti interessanti dell’analisi di RailFreight. La testata rileva innanzitutto come i traffici est-ovest siano nella maggior parte dei casi sbilanciati (a favore degli import in Occidente), a eccezione però della Germania (dove le esportazioni verso la Cina sono circa il doppio di quelli in direzione contraria) e dei Paesi Bassi, dove i due sono all’incirca equivalenti. Diametralmente opposto il caso del Belgio, in cui invece sono pressoché inesistenti i traffici in eastbound. Relativamente al calo che nel complesso ha interessato gli scambi da e per questi ultimi due paesi verso la Cina, questo viene spiegato con il ‘boicottaggio’ verso la Russia ma anche con le restrizioni anti-Covid nel paese orientale, che hanno limitato le importazioni Belgio e Paesi Bassi, tipicamente costituite da latticini e alcolici.
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