Le scelte logistiche del distretto emiliano della meccatronica
L’edizione 2023 del rapporto intitolato ‘Corridoio ed efficienza logistica dei territori’ appena presentato da Srm e Contship Italia ha dedicato un approfondimento al case study del distretto produttivo della meccatronica di Reggio Emilia e alle sue scelte in materia di trasporti, logistica e spedizioni. Si parla di un distretto da 887 imprese e 19.765 addetti […]
L’edizione 2023 del rapporto intitolato ‘Corridoio ed efficienza logistica dei territori’ appena presentato da Srm e Contship Italia ha dedicato un approfondimento al case study del distretto produttivo della meccatronica di Reggio Emilia e alle sue scelte in materia di trasporti, logistica e spedizioni.
Si parla di un distretto da 887 imprese e 19.765 addetti (dati Istat del 2018), di cui il 54,9% sono microimprese sotto i 10 addetti, percentuale che sale all’86% se si considera la numerosità delle unità locali sotto i 50 addetti. A questo nucleo di piccole imprese si affiancano però 81 aziende tra i 50 e i 249 dipendenti e nove grandi stabilimenti (250 addetti) tra cui importanti big player del comparto.
In base al Monitor dei distretti dell’Emilia Romagna di Intesa Sanpaolo, quello della meccatronica di Reggio Emilia rappresenta il primo distretto della regione in termini di export (2,3 miliardi di euro al primo semestre 2022), con una performance positiva (+14,2% rispetto al primo semestre 2021) e migliore rispetto al dato medio dei distretti in Emilia Romagna.
Il campione intervistato per il rapporto di Srm e Contship è caratterizzato da medio e piccole imprese export-oriented che movimentano mediamente un container a settimana.
A proposito dei corridoi logistici delle imprese di meccatronica intervistate, il 100% di esse predilige la strada rispetto all’intermodale ferroviario per il trasporto della merce dallo stabilimento agli scali marittimi, Genova (93%), Livorno (57%), Ravenna (29%), La Spezia (14%) e Venezia (7%) sono i porti maggiormente utilizzati per esportare e prevalgono le spedizioni via mare a corto raggio verso l’Europa (79%), rispetto ad America (43%), Asia (29%) e Oceania (7%).
Per ciò che riguarda invece le importazioni l’Asia, e la Cina in particolare, la fanno da padrona (80%), seguita dall’America (60%), mentre Genova (100%) e Ravenna (40%) sono gli scali marittimi maggiormente utilizzati. Il 100% delle aziende intervistate per il rapporto ha detto di utilizzare il trasporto su strada per la tratta porto – stabilimento.
Tutte le aziende rappresentative del campione intervistato esternalizzano le operazioni logistiche e si affidano a spedizionieri come controparte cui affidare la propria merce per il trasporto. A proposito delle condizioni di vendita (Incoterms) la modalità dominante (100%) è l’Ex Works mentre nelle operazioni di import l’ampia maggioranza delle imprese (80%) utilizza prevalentemente l’opzione Cif (Cost Insurance Freight).
Tutte le imprese interpellate attribuiscono un valore alto o molto alto alla digitalizzazione, secondo il 53% delle imprese la guerra Russia – Ucraina ha causato problemi nelle catene di approvvigionamento (per il 33% in tutta la supply chain, per il 13% solo in import e per il 7% solo in export) e per finire il 93% delle aziende intervistate attribuisce un valore alto o molto alto alla sostenibilità ambientale.