Anche Zalando apre a terzi la sua logistica
Con una mossa che ricorda quelle già viste a firma Amazon e Gap, anche Zalando ha annunciato che una delle strategie di lungo periodo su cui punterà per la sua crescita sarà quella di aprire la sua offerta di servizi logistici a terzi, per vendite concluse al di fuori del suo portale. L’iniziativa interesserà l’Europa […]
Con una mossa che ricorda quelle già viste a firma Amazon e Gap, anche Zalando ha annunciato che una delle strategie di lungo periodo su cui punterà per la sua crescita sarà quella di aprire la sua offerta di servizi logistici a terzi, per vendite concluse al di fuori del suo portale.
L’iniziativa interesserà l’Europa e quindi, si presume, anche l’Italia, dove il gruppo si avvale dei servizi di Fiege Logstics per la gestione dell’hub di Nogarole Rocca, in provincia di Verona. Il progetto, ribattezzato Multi-channel fulfillment, ha già suscitato l’interesse di alcuni partner come il brand di abbigliamento Pepe Jeans, peraltro già attivo anche direttamente sullo stesso portale.
“Vogliamo espandere i nostri servizi, passando dall’offrire supporto logistico solo ai nostri partner per le vendite su Zalando al permettere loro di crescere sui loro stessi canali. In questo modo, ci aspettiamo di attrarne di nuovi” ha spiegato il gruppo tedesco, di base a Berlino.
Quella di valorizzare le competenze maturate in ambito logistico mettendole al servizio di terzi è un’idea che, per restare nel settore dell’abbigliamento, ha avuto recentemente anche Gap, che con il suo programma ‘Gap Platform Services by Gap’ ha ‘sfidato’ gli operatori 3pl di solito ingaggiati dai brand del settore. Amazon, da parte sua, sta già proponendo il suo prodotto logistico di punta, ovvero Prime, a terze parti.
Il nuovo progetto, avviato per la verità in fase pilota nell’ottobre dello scorso anno, è stato svelato da Zalando nel report relativo all’andamento dell’esercizio 2022, chiuso con un Gmv (valore lordo delle vendite) di 14,8 miliardi di euro (+3,2%) e ricavi a 10,34 miliardi (-0,1%) nonché utili netti per 16,8 milioni (in netto calo contro i 234,5 dell’anno prima). Nel corso del 2022 il portale ha spiegato di avere incrementato il numero di utenti attivi (51,2 milioni contro i precedenti 48,5) e il numero di ordini complessivi (da 252 a 261 milioni), calando però leggermente sul fronte del numero di ordini annuali medio (da 5,2 a 5,1) e sul valore medio di ogni acquisto (da 56,8 a 56,7 euro). Successivamente alla chiusura dell’esercizio, ovvero nel febbraio di quest’anno, il gruppo ha annunciato un insieme di licenziamenti (precisamente, la “rimozione di diverse centinaia di ruoli”) con l’obiettivo di migliorare l’efficienza e la reattività dell’azienda e recuperare nel corso del 2023 tra i 25 e i 45 milioni di euro.
F.M.
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