Cosa funziona e cosa no nel cargo aereo italiano: ecco quanto emerso dal 1° Forum di AIR CARGO ITALY
Il settore italiano del cargo aereo – aeroporti, case di spedizioni, handler, autotrasporto nonché ovviamente le relative associazioni di categoria – si è ritrovato a Malpensa venerdì scorso (10 marzo) per il primo Forum organizzato da AIR CARGO ITALY, testata ‘sorella maggiore’ di SUPPLY CHAIN ITALY che ha da poco festeggiato i 5 anni di […]
Il settore italiano del cargo aereo – aeroporti, case di spedizioni, handler, autotrasporto nonché ovviamente le relative associazioni di categoria – si è ritrovato a Malpensa venerdì scorso (10 marzo) per il primo Forum organizzato da AIR CARGO ITALY, testata ‘sorella maggiore’ di SUPPLY CHAIN ITALY che ha da poco festeggiato i 5 anni di vita.
L’evento, che ha visto la presenza di oltre un centinaio di partecipanti, è stato l’occasione per fare il punto, come da titolo, sulle “Opportunità e criticità” del settore nella Penisola, attraverso la voce dei suoi principali protagonisti. Tra questi il presidente di Confetra (e Vice President Airfreight Italy di Dhl) Carlo De Ruvo, che nel suo discorso introduttivo ha posto soprattutto l’attenzione sui rischi rappresentati dalla assenza di una grande compagnia aerea solo merci nell’aeroporto di Malpensa (dopo l’addio obbligato di Air Bridge Cargo, parte del gruppo russo Volga Dnepr, per effetto della guerra in Ucraina). De Ruvo ha anche invitato a guardare nel dettaglio i traffici merci gestiti dallo scalo milanese, rilevando il peso acquisito dalla componente e-commerce ma anche il calo del segmento general cargo, “una perdita per tutta la filiera” considerata l’importanza della produzione manifatturiera nell’economia italiana.
Alle sue parole ha dato replica il cargo manager dello scalo, Paolo Dallanoce, che nel suo intervento ha confermato come sì, il segmento general cargo abbia perso quota, ma anche come il segmento gestito dai courier sia esploso negli ultimi anni, mentre parallelamente la capacità belly cargo in arrivo e partenza da Malpensa sui voli passeggeri stia tornando ai livelli pre-covid (con ovvi benefici per import ed export italiani). Dallanoce ha anche parlato di due progetti di sviluppo infrastrutturali che saranno ultimati a breve nell’aeroporto milanese, quello per un’area sosta sicura di camion e quello per un magazzino di prima linea da 7mila metri quadrati.
Il ruolo di Malpensa è poi tornato inevitabilmente nelle parole di altri relatori, in primis l’ormai ex cargo manager di Save (e in particolare dell’aeroporto di Montichiari) Massimo Roccasecca che ha ipotizzato per lo scalo bresciano una funzione di supporto al primo nei momenti di criticità.
Durante la mattinata di lavori sono stati numerosi anche gli altri temi sollevati: dal ruolo delle grandi case di spedizione nel determinare i tragitti delle merci che si muovono per via aerea (preferendo o meno punti di partenza esteri), alle criticità ancora riscontrate negli aeroporti italiani, dalle opportunità rimaste per gli spedizionieri più piccoli, fino ai progetti di sviluppo di nuovi scali aeroportuali ‘di nicchia’ come quello di Grottaglie per l’ortofrutta.
Il video integrale dell’evento, con gli interventi di tutti i relatori – oltre a quelli già citati, anche Alessandro Albertini (Anama), Mauro Grisafi (Bcube Air Cargo), Lorenzo Schettini (Alha), Betty Schiavoni (Alsea), Giovanni Costantini (Gesfa), Riccardo Fuochi (Assologistica), Leonardo Baldi (Jas) e Marco Carenini (Aicai) – è disponibile qui.
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