Lieve declino all’inizio di aprile per le spedizioni aeree globali
Sostanzialmente avviate verso una fase di stabilizzazione, le spedizioni aeree globali sono però calate leggermente negli ultimi giorni. Lo evidenzia una analisi di WorldAcd secondo la quale nelle due settimane tra il 20 marzo e il 2 aprile i volumi sono diminuiti a livello globale del 2% rispetto alle due settimane precedenti, mentre parallelamente i […]

Sostanzialmente avviate verso una fase di stabilizzazione, le spedizioni aeree globali sono però calate leggermente negli ultimi giorni. Lo evidenzia una analisi di WorldAcd secondo la quale nelle due settimane tra il 20 marzo e il 2 aprile i volumi sono diminuiti a livello globale del 2% rispetto alle due settimane precedenti, mentre parallelamente i noli hanno registrato una flessione dell’1% a fronte di una offerta di stiva pressoché invariata.
Tra le rotte che hanno vissuto il maggior indebolimento, gli analisti segnalano anche quella dall’Europa verso l’America centrale e meridionale, con un declino della domanda dell’8%, mentre rilevano però che il trade dall’Asia Pacifico verso il Vecchio Continente resta solido. Nell’insieme, il contesto europeo mostra nelle due settimane in questione un declino dell’1% della capacità rispetto alle due precedenti e un calo del 3% dei volumi (in peso tassabile).
Mettendo invece a confronto la situazione attuale con quella di un anno fa, i dati raccolti da WorldAcd mostrano un calo dei volumi dell’8% nelle settimane in questione, in linea con la flessione osservata durante l’intero mese di marzo. Da notare che i flussi con origine in Europa registrano un declino del 7%, mentre quelli con partenza dall’Asia Pacifico del 4%. Quanto invece alla capacità di trasporto, questa nelle due settimane risulta superiore del 12% a quella dello stesso periodo di un anno fa (in Europa del 13%).
I noli infine sono più bassi del 34% rispetto a quelli di un anno fa e nella seconda delle due settimane considerate si sono assestati su un importo medio di 2,68 dollari per kg, comunque più alti del 50% rispetto all’era preCovid.