Frena l’espansione logistica in Italia di Amazon nel 2023
Lo stop all’espansione di Amazon in Italia – perlomeno sul fronte della rete dei suoi siti logistici di ultimo miglio – è stato formalizzato da una delle sue società attive nel settore nella relazione che accompagna il bilancio relativo all’esercizio 2022. Precisamente Amazon Italia Transport, controllata al 100% dalla lussemburghese Amazon Europe Core Sarl, che […]
Lo stop all’espansione di Amazon in Italia – perlomeno sul fronte della rete dei suoi siti logistici di ultimo miglio – è stato formalizzato da una delle sue società attive nel settore nella relazione che accompagna il bilancio relativo all’esercizio 2022.
Precisamente Amazon Italia Transport, controllata al 100% dalla lussemburghese Amazon Europe Core Sarl, che si occupa di consegne last mile, nel documento economico-finanziario riferisce di avere continuato, per l’anno appena trascorso, a sviluppare la rete logistica “con investimento e consolidamento delle delivery stations, sortation centers, exchange points”, segnalando però che per il 2023 intende proseguire nel suo trend positivo di sviluppo continuando a “fare leva sui centri di distribuzione esistenti”. Una scelta non sorprendente, dato che l’avanzata del gruppo statunitense sul territorio italiano, che negli anni passati aveva seguito un ritmo impressionante, già da tempo sembra essersi fermata e aver portato il gruppo a ripensare anche progetti che già parevano definiti.
Relativamente ai piani abbandonati, dalla relazione di Amazon City Logistica (controllata al 100% da Amazon Eu Sarl, pure con sede in Lussemburgo) emerge peraltro come tra questi ci sia il progetto di realizzare un polo a Firenze, i cui costi iniziali erano già stati sostenuti, mentre per quel che riguarda in particolare il servizio Fresh (relativo alla consegna urbana di prodotti freschi in poche ore) la società avesse invece condotto investimenti per attrezzare a questo scopo strutture “a Torino (UTR1), Roma (UIT4), Milano (UIT1) e Bologna (UBA1”) e avesse nel 2022 in corso per il magazzino di Peschiera Borromeo (UIT7), dove il servizio non era “ancora operativo”.
Confermato invece da Amazon Italia Logistica che nel 2023 saranno avviati i lavori per la realizzazione di un nuovo polo all’interno dell’interporto di Jesi, la cui gestazione è però in corso da tempo.
Se queste sono le (scarne) indicazioni che emergono dai bilanci delle realtà italiane di Amazon del settore logistico sul futuro del network e dei suoi presidi sul territorio, rispetto a quello che il gruppo sta facendo nella madrepatria qualche spunto è stato offerto dalla lettera ‘spedita’ dal Ceo Andy Jassy nei giorni scorsi agli azionisti.
Con l’obiettivo di ridurre i costi di distribuzione, l’azienda – che peraltro sostiene di avere ormai una rete per il trasporto di ultimo miglio “delle dimensioni di quella di Ups” – ha rivisto il suo modello, passando da un sistema basato su un network nazionale a uno regionale. “Se un centro non aveva un prodotto ordinato, glielo spedivamo da altre parti del paese, con un aumento dei costi e dei tempi di consegna” ha spiegato Jassy, indicando che le difficoltà del seguire questa impostazione sono aumentate con il crescere del numero di centri logistici diffusi sul paese. Da lì la decisione di ristrutturare la rete creando otto macroregioni in grado di operare in modo pressoché autosufficiente. Oltre alla ridefinizione del network, che permetterà di ottimizzare le consegne, diminuendo le percorrenze, Amazon – ha aggiunto Jassy – continuerà infine a cercare di migliorare i suoi algoritmi basati sul machine learning, con l’obiettivo di diventare sempre più in grado di predire cosa ordineranno i consumatori nelle varie aree del paese in modo da poter disporre delle “giuste scorte, nelle giuste regioni, al momento giusto”.
F.M.