Le ragioni che hanno portato alla liquidazione di Interporto Servizi Cargo
Dopo l’interruzione delle attività arriva ora la procedura liquidatoria per Interporto Servizi Cargo, società di trazione ferroviaria creata e controllata dall’Interporto Campano a complemento della consorella Isc Intermodal (formalmente la cliente principale). Lo si apprende dal relativo decreto emesso pochi giorni fa dal Tribunale di Nola. Nella documentazione prodotta dall’azienda anche la spiegazione dello stato […]
Dopo l’interruzione delle attività arriva ora la procedura liquidatoria per Interporto Servizi Cargo, società di trazione ferroviaria creata e controllata dall’Interporto Campano a complemento della consorella Isc Intermodal (formalmente la cliente principale).
Lo si apprende dal relativo decreto emesso pochi giorni fa dal Tribunale di Nola.
Nella documentazione prodotta dall’azienda anche la spiegazione dello stato di crisi: “Tra gli elementi che hanno avuto un impatto negativo sull’attività economica di Isc, si annoverano (i) la dinamica evoluzione del contesto del mercato e la crescente competizione di nuove società, che spingono verso modelli di business integrati e di scala, diversi rispetto al modello adottato da Isc, (ii) lo squilibrio tra i prezzi di mercato e i costi relativi a talune tratte servite da Isc e gestite da Isc Intermodal, (iii) l’incremento dei costi operativi (in particolare, di pedaggio) solo parzialmente ribaltabili sui prezzi di vendita ai clienti nel breve periodo, (iv) la regressione registrata in taluni settori produttivi (i.e. automotive), conseguente al fermo della produzione, ai ritardi nelle consegne, nonché all’aumento dei prezzi delle materie prime, che ha comportato un utilizzo estremamente ridotto di talune tratte servite da Isc Intermodal e da Isc (in particolare, la linea Torino-Nola), e (v) il ritardo nell’attuazione del Progetto Tac (come sopra descritto)”.
Il riferimento è al progetto di treni ad alta capacità: Isc aveva sottoscritto negli scorsi anni un accordo decennale con Rfi per l’utilizzo notturno della tratta ad alata velocità fra Napoli e Milano, ma il progetto, su cui ancor prima di quelli sui mezzi, erano stati effettuati investimenti ingenti (quantificati in 4,1 milioni di euro a fine 2021), non è mai partito: “In particolare – spiega l’azienda – il continuo procrastinare della consegna delle locomotive da parte di Akiem S.a.s. ha determinato l’emersione di costi e oneri gravosi per Isc, nonché una ineludibile perdita di valore del Progetto Tac e delle iniziative economiche che inizialmente erano state programmate”.
Sul finire del 2022 Isc puntava ancora sulla continuità aziendale, basata sul piano di risanamento elaborato nel precedente semestre. Il piano si basava però su un accordo con Mercitalia Intermodal “riguardante la fornitura di servizi di trazione – essenziale a Isc per poter proseguire la propria attività”, sennonché lo scorso dicembre Mercitalia “ha deliberato in senso negativo, non accettando la conclusione dell’accordo con Isc, senza fornire alcuna spiegazione in merito”. Da lì quindi la decisione di liquidare l’attività e licenziare i 113 dipendenti, previa una negoziazione con le organizzazioni sindacali che a fine febbraio ha portato all’individuazione di un’incentivazione all’esodo sottoscritta fino a fine marzo da 69 lavoratori.