Amazon usa l’intelligenza artificiale per decidere dove posizionare le scorte
Per implementare il suo nuovo modello logistico, basato su un network regionale anziché nazionale, per il momento introdotto solo negli Stati Uniti, Amazon si sta avvalendo dei ‘consigli’ dell’intelligenza artificiale. Ne ha parlato Stefano Perego, vice presidente customer fulfilment e global ops services per il Nord America e l’Europa dell’azienda (e in precedenza amministratore delegato […]
Per implementare il suo nuovo modello logistico, basato su un network regionale anziché nazionale, per il momento introdotto solo negli Stati Uniti, Amazon si sta avvalendo dei ‘consigli’ dell’intelligenza artificiale.
Ne ha parlato Stefano Perego, vice presidente customer fulfilment e global ops services per il Nord America e l’Europa dell’azienda (e in precedenza amministratore delegato di Amazon Italia), in una intervista rilasciata a Cnbc. Oltre a segnalare che al momento il processo di decentralizzazione della logistica di Amazon negli Usa è stato completato al 76%, il manager ha offerto diversi spunti sul modo in cui l’azienda si sta servendo della Ai, principalmente con lo scopo di ottimizzare e velocizzare le proprie consegne.
Il primo ambito è quello dei trasporti, con l’impiego della intelligenza artificiale per la pianificazione delle rotte, fatta tenendo anche conto di variabili quali il tempo atmosferico. L’area però di maggior impatto secondo Perego è quella relativa alle decisioni rispetto al luogo in cui collocare l’inventario in relazione alla clientela da servire e con gli obiettivi di ridurre i tempi di consegna. In questo senso la AI, lavorando sui dati e modelli, viene utilizzata per predire quali prodotti saranno richiesti e dove.
A seguire il manager ha anche evidenziato l’importanza della robotica nei magazzini aziendali, ormai utilizzata anche solo per un supporto parziale nella gestione del 75% degli ordini del gruppo. Un impiego che Perego vede come collaborativo, ovvero a sostegno e non in sostituzione del lavoro umano.
“Alla fine, il tipo di lavoro che un dipendente sarà chiamato a svolgere in un centro logistico sarà sempre più del tipo che richiede un alto livello di discernimento”, ha affermato Perego. “Le attività di sollevamento pesante e quelle ripetitive saranno svolte attraverso la robotica. Va bene così. Si tratta di una trasformazione piuttosto che di una sostituzione” ha concluso.