Contro il rischio sostituibilità degli addetti logistici un bando da 10 mln del Fondo per la Repubblica Digitale
Se per l’Ocse i processi di automazione e digitalizzazione metteranno a rischio in media a livello globale nei prossimi anni il 9% delle mansioni lavorative, nel contesto italiano secondo la stessa organizzazione questa quota sarà di circa il 15,2% (mentre il 35,5% dei posti di lavoro subirà comunque profondi cambiamenti). Secondo uno studio dell’Università di […]

Se per l’Ocse i processi di automazione e digitalizzazione metteranno a rischio in media a livello globale nei prossimi anni il 9% delle mansioni lavorative, nel contesto italiano secondo la stessa organizzazione questa quota sarà di circa il 15,2% (mentre il 35,5% dei posti di lavoro subirà comunque profondi cambiamenti). Secondo uno studio dell’Università di Trento, a maggior rischio di automazione saranno le professioni di quali i trasporti e logistica, il supporto d’ufficio e amministrativo, la produzione, i servizi e le vendite.
E’ guardando a questo probabile scenario futuro che il Fondo per la Repubblica Digitale (nato su iniziativa del governo e Acri, la Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio) ha varato un bando per un finanziamento del valore di 10 milioni di euro per iniziative volte ad “accrescere le competenze digitali dei lavoratori con mansioni a forte rischio sostituibilità a causa dell’automazione e dell’innovazione tecnologica”.
L’Italia, ricorda il Fondo, è tra i Paesi con il più alto tasso di skill mismatch in Europa, un limite che si traduce nell’incapacità di acquisire, entro i tempi della transizione tecnologica, le stesse abilità complesse che svolgerebbe un robot. “Tutto ciò rende necessaria un’azione di adeguamento del know-how attraverso azioni di upskilling dei lavoratori, con percorsi di formazione sulle competenze digitali e trasversali per svolgere le loro mansioni in via complementare agli strumenti forniti dall’innovazione tecnologica”.
In particolare il bando ‘In progresso’ (cui possono partecipare, entro il 4 agosto, soggetti pubblici e privati senza scopo di lucro, tramite il portale Re@dy), mira allo sviluppo delle competenze digitali attraverso l’attivazione di “progetti di sviluppo delle competenze digitali, che, una volta sperimentati, valutati e riconosciuti come efficaci, siano “scalabili” e possano divenire oggetto di politiche pubbliche funzionali all’incremento delle competenze digitali del Paese”.