In lieve flessione l’export di salumi italiani nel 2022 (-0,4% in volume)
Nel frattempo, dopo anni di trattative, 12 aziende tricolore sono state autorizzare a vendere carne bovina in Cina
Dall’assemblea annuale di Assica (Associazione industriale delle carni e dei salumi), che si è svolta nei giorni scorsi a Roma, è emerso come il 2022 sia stato un anno critico per i salumi italiani, sia sul fronte della produzione (-2,1% in volume, 1,143 milioni di tonnellate), sia su quello dei consumi, inclusi quelli esteri che a differenza di quelli interni hanno iniziato a calare però solo nell’ultimo trimestre dell’anno.
A pesare sul settore è stato l’incremento dei costi produttivi, cresciuti di oltre il 25%, che si è trasformato in una contrazione dei margini e della reddittività, dovuto in parte anche alla Peste Suina Africana, malattia che sta creando forti problemi di approvvigionamento e sta dando ripercussioni sull’export. In particolare ha determinato la chiusura di mercati quali quelli di Giappone, Serbia e Taiwan e l’imposizione di restrizioni da parte di altri mercati.
Guardando in particolare all’andamento delle esportazioni, l’associazione sulla base di dati Istat evidenzia come quelle di salumi abbiano avuto durante lo scorso anno un calo in volume (-0,4%, per 197.800 tonnellate) a fronte però di una crescita in valore (+7,4%, 1.990,9 milioni di euro). Numeri che però non mostrerebbero la tendenza di forte peggioramento che potrebbe essersi vosta nell’export nell’ultima parte dell’anno, quando, l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse hanno fatto rallentare anche la domanda dei paesi tradizionali partner commerciali italiani, soprattutto quelli comunitari.
“Le carni e i salumi sono un comparto che conta circa 3,5 miliardi di esportazioni (con un incremento del 15,6% rispetto al 2021)” ha commentato Matteo Zoppas, Presidente di Ice Agenzia, intervenuto all’assemblea di Assica. “Una cifra che pare irrisoria, ma che costituisce un forte valore strategico nel settore del Food, uno dei nostri fiori all’occhiello che conta circa 67 miliardi di euro di export”.
Una buona notizia per le esportazioni dell’intero comparto è intanto arrivata nelle ultime ore però da Pechino. Dopo anni di trattative, le Autorità Doganali Cinesi hanno infatti autorizzato all’export di carne bovina nel paese 12 stabilimenti produttori italiani. Un passaggio “che oggi apre, in uno scenario di commercio globale non facile, nuove opportunità importanti per le aziende italiane del settore bovino” ha commentato Serafino Cremonini, presidente di Assocarni (Associazione Nazionale Industria e Commercio Carni e Bestiame). Certo, non sarà facile inserirsi in un mercato molto competitivo in cui dominano Brasile e Australia ma siamo certi che il brand Made in Italy, accompagnato dalla qualità e sicurezza delle nostre carni saranno un valore aggiunto.
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