Verso la chiusura il magazzino di Orbassano che lavora per Amazon
A rischio il posto di lavoro di 187 addetti
A Orbassano, all’interno dell’interporto Sito, si teme per lo stop alle attività del magazzino di Afs Service, che opera al servizio di Amazon gestendone le attività di distribuzione del territorio. L’azienda di Seattle ha infatti deciso di non rinnovare il relativo contratto di fornitura, in scadenza il prossimo 31 luglio, scatenando la preoccupazione dei 137 addetti dell’impianto, che ora rischiano di perdere il posto di lavoro.
A sollevare il caso la Filt Cgil, che ha indetto uno sciopero dalle 17 alle 19 del prossimo 23 giugno e ha scritto una lettera alla sindaca del comune piemontese, Cinzia Bosso, chiedendole di intercedere con l’azienda. Secondo la sigla sindacale, più nel dettaglio, lo stop alla commessa porterà alla perdita di 87 posti di lavoro fra i dipendenti diretti di Afs Service, assunti a tempo indeterminato, e di circa 50 tra i lavoratori in somministrazione.
La decisione di Amazon desta preoccupazione anche perché nel comune di Orbassano l’azienda dovrebbe avviare un proprio polo logistico, sulla base di un progetto approvato nel novembre 2021 in Consiglio Comunale, rispetto al quale però non sono noti aggiornamenti. Secondo la stessa Filt Cgil, dopo la firma la stessa sindaca aveva annunciato che si sarebbero tenuti incontri tra l’azienda e le parti sociali “per addivenire ad accordi legati agli indirizzi che la ditta intende interpretare sulle assunzioni”. Incontri che però non si sono mai svolti, denuncia la Filt Cgil, che nella sua missiva chiede di poter conocere “tempi e modalità di apertura del nuovo impianto” e ausocica che i 137 lavoratori di Afs Service possano avere la priorità “su ogni altra assunzione nella nuova sede”.
La situazione che si sta creando a Orbassano richiama quella già vista nei mesi scorsi nel Polesine, dove il calo dei volumi di Amazon ha portato alla crisi dello stabilimento di Geodis che opera per suo conto e alla analoga decisione di non rinnovare il contratto di fornitura. Per i lavoratori dell’impianto, dipendenti di Facework, si è aperta già ad aprile la procedura di cassa integrazione straordinaria.