Logistica automotive in crisi: Stellantis chiama in soccorso i concessionari in Italia
Il conflitto in Ucraina ha ridotto la disponibilità di autisti di bisarche e non sono ancora ‘pronti’ gli autisti formati internamente alla casa automobilistica
Alla carenza di autisti in grado di condurre bisarche, e quindi alla difficoltà di consegnare veicoli finiti alla clientela, Stellantis sta rispondendo con la ricetta indicata già nei mesi scorsi: accordi con i concessionari per il ritiro diretto delle auto dalle fabbriche e formazione di personale interno a ricoprire il ruolo di autista.
Lo ha confermato il country manager del gruppo automobilistico in Italia Santo Ficili, a margine dello Urban Mobility Council, che si è svolto a Milano. Riconducendo la causa delle criticità principalmente alla guerra, che ha richiamato in Ucraina gli autisti provenienti dal paese, Ficili ha spiegato come Stellantis abbia già in essere da sei mesi in Italia un accordo con i dealer in base al quale sono gli stessi concessionari a ritirare, tramite “piccole bisarche”, i veicoli nuovi per portarli nei punti vendita, sulla base di tariffe concordate tra le parti. Ad oggi Stellantis in Italia, ha aggiunto, opera circa 3.200 trasporti di vetture al giorno, di cui “500-600 sono realizzati dai dealer”, pari a poco meno del 20% del totale, numeri che corrispondono ai “livelli target” che si era data l’azienda. L’intesa è stata poi replicata anche in altri paesi europei e nella Penisola è stata proposta anche ai clienti noleggiatori. L’accordo, ha aggiunto Ficili, comunque terminerà non appena la situazione sarà tornata alla normalità, cosa che secondo il manager potrà avvenire “abbastanza presto”.
Relativamente invece alla seconda misura definita dal gruppo, questa ancora non ha potuto dispiegare i suoi effetti dato che, ha spiegato il manager, i primi aspiranti autisti, reclutati da Stellantis tra i suoi reparti produttivi, non hanno ancora terminato la formazione necessaria di quattro mesi. Per questo progetto, ha aggiunto, l’azienda ha comprato “100 bisarche nuove” attraverso un accordo con Iveco Group e Rolfo ‘che saranno usate principalmente in Italia ma non solo’.
A queste azioni, come riportato da SUPPLY CHAIN ITALY nelle scorse settimane, se ne deve aggiungere almeno un’altra, riservata però per il momento ai veicoli destinati all’export, ovvero il trasporto delle auto nuove via treno all’interno di container. Una soluzione che, restando tra i confini dell’attività del gruppo italo-francese, è stata adottata per il trasferimento di auto Alfa Romeo e di furgoni Ducato verso il Medcenter Container Terminal (controllato da Msc) di Gioia Tauro. Da lì i veicoli sono poi stati imbarcati, sempre in box, su navi portacontainer dirette verso il Centro-Nord America. Una soluzione approntata per far fronte anche a un’altra criticità della logistica per l’automotive, ovvero la scarsa disponibilità di navi car carrier, e allo stesso tempo per sfruttare una fase di mercato caratterizzata da noli container particolarmente bassi.
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