Logistica della moda a una “svolta epocale” secondo Bracchi
L’azienda bergamasca ha riscontrato una maxi-crescita dei volumi (+115%) nel sul polo di Tombolo, dove ha investito nel servizio di stiro per intercettare la domanda generata dal reshoring
I primi mesi del 2023 si stanno rivelando molto intensi per Bracchi, gruppo bergamasco che offre servizi logistici per il settore della moda. L’azienda ha svelato di avere riscontrato una forte crescita dei volumi, in particolare per il suo stabilimento di Tombolo, nel Padovano, dove offre non solo stoccaggio ma varie attività a valore aggiunto, dallo “stiro in tutte le sue forme” (ferro, manichino, topper e tunnel), al “controllo di qualità, realizzato a mano”, al ricondizionamento.
Grazie a investimenti proprio nelle attrezzature per lo stiro, segnala la stessa Bracchi, lo stabilimento, che nei primi 5 mesi ha fatto lievitare del 115% i volumi sullo stesso periodo del 2022, nel 2023 potrà stirare oltre 2 milioni di capi, e gestirne dal punto di vista logistico e del controllo qualità fino a 5,5 milioni. Nel complesso l’impianto ha la capacità di gestire oltre 30.000 capi al giorno su un’area di oltre 10.000 metri quadri.
La crescita, secondo l’azienda bergamasca, si spiega però anche con il fenomeno del reshoring, che secondo Bracchi si sta sviluppando sotto la spinta della ricerca di un miglioramento della reputazione anche sotto il profilo ambientale da parte delle imprese del settore: “Molte griffe stanno riportando la produzione in Italia, molte tra quelle più celebri a livello internazionale hanno attivato produzioni in Veneto, dove nel frattempo gli artigiani specializzati nelle lavorazioni conto-terzisti hanno perso la capacità produttiva di qualche anno fa” ha spiegato l’amministratore delegato di Bracchi, Umberto Ferretti. “Per questo abbiamo deciso di investire nei macchinari di stiratura industriale, ma anche nei relativi impianti di aspirazione: siamo convinti che il mondo della logistica fashion sia a una svolta epocale, è iniziata l’era del reshoring in tutte le attività di controllo qualità, stiro, imbusto e ricondizionamento dei capi portando a richieste di lavorazioni mai viste prima. Si tratta di attività con necessità di competenze molto elevate che nel corso degli ultimi 20 anni in Italia sono state via via disperse ma che siamo riusciti a recuperare con percorsi di formazione molto stringenti”.
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