Falteri (Federlogistica): “Necessaria l’interoperabilità dei sistemi informativi per la logistica”
Lo sviluppo delle infrastrutture portuali rischia di “trasformarsi in un boomerang” se gli scali “non disporranno di un codice unico di dialogo con i retroporti, con i centri produttivi, con i sistemi e gli operatori logistici”
Alla vigilia della presentazione dei progetti 2024 del Pnrr, l’interoperabilità dei sistemi informatici per le attività logistiche “resta un’utopia, con decine di sistemi spesso pubblici che non comunicano fra loro e con il mercato”. La denuncia arriva da Federlogistica, per voce del suo vicepresidente Davide Falteri, che per descrivere la conseguente inefficienza generata ha parlato di una logica da “ferrovie di inizio secolo”, con binari a scartamento diverso da paese a paese. Il problema si riscontra non solo a livello sovranazionale, data l’assenza di una “cabina di regia europea” ma anche interno, dato che gli Stati secondo Falteri stanno “progettando, spesso sotto guida pubblica, sistemi che non dialogano fra loro” e che quindi generano “una supply chain nella quale ognuno procede in maniera indipendente”, nella quale anche i sistemi operativi ritenuti più evoluti come i Pcs (Port Community Systems) “sono tutti incompleti” e in cui “gli unici esempi di dialogo fra sistemi informatici sono forniti in modo parziale da progetti Interreg a raggio di azione limitato”.
Secondo il portavoce di Federlogistica, il fatto che nel 2024 i progetti relativi all’interoperabilità dei sistemi logistici dovrebbero essere finanziati nell’ambito del Pnrr rischia “di trasformare un’opportunità in un fallimento destinato a ripercuotersi sull’efficienza del sistema di mobilità delle merci e quindi, di riflesso, anche del sistema produttivo del Paese che dipende da una logistica efficiente”.
Il rischio più grave secondo Falteri è che i progetti di sviluppo portuale già avviato possano “trasformarsi in un boomerang” se gli scali “non disporranno di un codice unico di dialogo con i retroporti, con i centri produttivi, con i sistemi e gli operatori logistici”. Da qui la richiesta di Federlogistica di accelerare sul “trasferimento delle competenze per la digitalizzazione al Ministero dei Trasporti”, alternativa che va perseguita secondo la Federazione dopo il fallimento dell’esperienza di Uirnet.
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