Pari a 440 milioni di euro gli investimenti nella logistica italiana nella prima metà del 2023
Per il gruppo Gabetti le prospettive restano buone perché gli operatori potranno cogliere il momento di rallentamento per elevare gli standard del patrimonio immobiliare italiano in tema di Esg, flessibilità e omnicanalità
Il settore immobiliare italiano è stato caratterizzato nella prima metà dell’anno da investimenti capital markets per quasi 2 miliardi di euro, il 67% in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. Lo segnala un report di Gabetti, secondo il quale in particolare nel secondo trimestre ne sono stati registrati per 1 miliardo, un importo che rivela una lieve crescita (+1%) sul trimestre precedente.
In questo scenario complessivo non certo brillante, nella prima metà dell’anno il segmento della logistica ha totalizzato investimenti per 440 milioni di euro (il 19% del totale), il 70% in meno rispetto all’analogo periodo dell’anno prima. Le operazioni si sono concentrate nel nord Italia, dove si localizzano nuovi progetti che prevedono la costruzione di edifici con certificazione Leed o Breeam. Secondo l’analisi del gruppo di servizi per l’immobiliare, nell’insieme il mercato godrà di prospettive favorevoli nel medio-lungo termine, con una una ripresa degli investimenti nella seconda metà dell’anno.
“Quello che ci fa essere ottimisti e presuppore che gli investimenti capital markets siano solo temporaneamente rimandati – ha commentato Claudio Santucci, direttore capital markets Italia di Gabetti Agency – è l’opportunità che hanno gli operatori del settore di cogliere questo momento di rallentamento per allineare gli standard del patrimonio immobiliare italiano rispetto alle esigenze dei tenants (Esg, flessibilità degli spazi, ominicanalità, etc)”. In particolare secondo Santucci nella logistica, così come nel segmento del livin, gli investimenti saranno di natura “opportunistica”, a differenza di hospitality e uffici, in cui si concentreranno su immobili a valore aggiunto (ma nel secondo caso anche su strutture core), e del comparto retail dove prevarrà il cosiddetto core plus.
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