Torna a salire la pressione sulle supply chain globali
Dopo molti mesi di calo, l’indice Gscpi della Fed di New York rileva una ripresa iniziata a giugno
Dopo le pesanti criticità toccate durante alcune fasi della crisi pandemica (in particolare nell’aprile 2020 e nel dicembre 2021), la pressione sulle supply chain globali ha continuato, pur con alcune incertezze, a calare. Una tendenza che si è però invertita lo scorso giugno, mese che ha inaugurato una – non si sa quanto lunga o intensa – fase di risalita, poi riscontrata anche a luglio. A dirlo è il Global Supply Chain Pressure Index (Gscpi), un indice elaborato dalla Federal Reserve Bank di New York (uno degli istituti parte del sistema della ‘Fed’) sulla base di un insieme di diversi indicatori globali,
Guardano da vicino il valore assunto dal parametro, si vede come solo a maggio 2023 questo fosse al minimo storico di -1,56 (rispetto allo 0, che corrisponde appunto alla media storica), a indicare quindi una situazione di estrema fluidità delle catene di approvvigionamento globali. Già a giugno, questo valore era invece risalito a -1,14, per raggiungere a luglio il dato di -0,90.
Gli analisti della Federal Reserve Bank di New York non hanno fornito in questa occasione spunti sulle ragioni della crescita del valore, né previsioni sulla sua evoluzione. Per interpretarlo, va tuttavia ricordato che nei momenti logisticamente più difficili della pandemia, il Gscpi era salito a quota 3,13 (aprile 2020), fino a raggiungere il 4,31 nel dicembre 2021. Da allora ha iniziato a scendere in modo pressoché costante salvo due nuove ‘fiammate’ nell’aprile 2022 (3,42) e nel dicembre dello stesso anno (1,25).
F.M.
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