La carenza di autisti mette a rischio la crescita delle vendite di camper made in Italy
Il comparto vanta numeri in forte crescita ma si registrano problemi nelle consegne di approvvigionamenti e nella distribuzione
La crescita della produzione italiana di camper regostrata nella prima parte dell’anno rischia di essere frenata da alcune difficoltà logistiche. A dare conto delle criticità è un articolo del Sole 24 Ore che punta in dito in particolare sulla carenza di autisti di bisarche, necessarie in primis per trasportare i telai verso i centri di produzione così come per consegnare i veicoli finiti verso i loro mercati di destinazione finale in Europa e in particolare in Germania. Una crisi che i sindacati riconducono innanzitutto alla guerra in Ucraina, che ha sottratto al mercato la disponibilità di molti conducenti originari del paese, ma anche provenienti da Russia e Bielorussia. “L’impiego – al loro posto – di personale meno esperto sta creando disguidi e difficoltà” ha aggiunto alla testata economico-finanziaria annuncia Iuri Campofiloni, responsabile camperistica della Fiom Cgil della Toscana, regione in cui, in particolare nel distretto della Valdelsa, tra le province di Firenze e Siena, si concentra il 90% della produzione italiana.
Le preoccupazioni sono condivise dai rappresentanti dell’industria, che in Italia vanta marchi come Laika, Mobilvetta, Giottiline, Elnagh, Rimor, McLouis, parte dei gruppi internazionali Trigano e Rapido (francesi) e Thor Industries (statunitense). In particolare perché, nonostante gli aumenti dei prezzi alla vendita di circa il 20% rispetto allo scorso anno, il comparto sta ora viaggiando a buona velocità, con un +15% nel primo semestre dell’anno (e in particolare un +30% nel solo mese di giugno).
Secondo i dati del Monitor distretti di Intesa Sanpaolo, nel primo trimestre dell’anno le esportazioni dalla Valdelsa (che coprono l’80% del fatturato) hanno registrato un aumento del 26,9% a 245,6 milioni di euro in netto miglioramento sulla performance 2022 su cui aveva inciso la carenza di microchip. Le criticità negli approvvigionamenti, pur non terminate del tutto, si stanno attenuando, tanto che le aziende contano di recuperare nella seconda metà dell’anno la produzione ‘persa’ nel 2022, a patto che la logistica possa fare la sua parte.
Incombono però sul settore anche ulteriori criticità logistiche legate alle valutazioni di Stellantis. In particolare, secondo i sindacati, lo spostamento di parte della produzione dei telai Fiat Ducato (utilizzati per i caravan) in Polonia (si parla di 120mila unità) dalla fabbrica ex-Sevel della Val di Sangro, potrebbe secondo le organizzazioni creare difficoltà maggiori anche al settore dei camper, che dovrebbe gestire approvvigionamenti in arrivo da migliaia di km di distanza.
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