Stellantis internalizza la logistica, esuberi a Melfi
Tra i sindacati sale la tensione anche in vista della ripresa del confronto tra l’azienda e il Governo sull’accordo per la produzione e gli incentivi
Dopo anni di subappalto, è ora la decisione di internalizzare parte delle attività logistiche a far scattare la preoccupazione dei lavoratori e dei sindacati delle aziende impegnate nell’indotto che ruota attorno alle attività produttive di Stellantis a Melfi. Ultima vittima di questo cambio di approccio da parte dell’azienda automobilistica è la Las Automotive, realtà che effettua attività di scarico e carico merci, gestione magazzino e rifornimento di ricambi in sub appalto per la Sit Fdm, che pure a sua volta è appaltatrice di Stellantis. La decisione del gruppo di riportare ‘in casa’ parte di queste attività, a partire da settembre, genererà infatti 21 esuberi sui 51 lavoratori di Las.
La decisione ha fatto scattare i sindacati, in primis la Fiom Cgil, che per voce della segretaria regionale della Basilicata Giorgia Calamita ha ricordato come gli esuberi di Las siano da sommare a quelli già dichiarati “implicitamente” dal gruppo, riferendosi agli accordi separati per incentivare le uscite volontarie (circa 1.300) e le trasferte obbligatorie (1.200). Rispetto alla trentina di addetti in eccesso, la redazione lucana di Rai News ha riferito che saranno loro garantiti gli ammortizzatori sociali.
Al di là del caso di Las, le organizzazioni hanno però espresso la loro preoccupazione per i progetti di Stellantis in Italia. Come noto, l’azienda dovrebbe riprendere il confronto con il Governo – i rumors dicono che il tavolo potrebbe riaprirsi il 30 agosto – per il rilancio della produzione di auto in Italia, che punti alla definizione di un piano condiviso (incentivi inclusi) e quindi a un accordo di programma con l’obiettivo di arrivare alla produzione di un milione di veicoli (auto e mezzi commerciali) all’anno. L’azienda al riguardo si era detta convinta della necessità “di costruire insieme un progetto globale per l’Italia che tenga conto di diversi fattori come le previsioni di mercato, l’accessibilità economica delle auto per i clienti italiani, l’impatto di normative come l’Euro 7 e gli incentivi per mantenere la competitività nazionale come il costo dell’approvvigionamento energetico e le agevolazioni per l’acquisto delle vetture”.
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