Somministrazione illecita di manodopera nella logistica: Esselunga e Geodis versano 58 Mln al Fisco
L’azienda della Gdo avrebbe in questo modo evitato di finire in amministrazione giudiziaria
Esselunga e Geodis hanno versato, rispettivamente, 48 e 10 milioni di euro alla Agenzia delle Entrate a seguito delle due indagini a loro carico per le presunte frodi fiscali perpetrate tramite il ricorso a manodopera in somministrazione da cooperative non genuine per servizi di logistica. Lo riferisce l’edizione milanese di Repubblica.
Per il colosso della Gdo, l’importo versato – come detto 48 milioni di euro – è pari a quello che era stato oggetto del sequestro preventivo d’urgenza disposto a carico dell’azienda lo scorso giugno. Il provvedimento si inseriva nell’ambito di una inchiesta coordinata dal pm della Procura di Milano Paolo Storari (cui fanno capo anche le indagini, simili, avviate nei confronti di Dhl Supply Chain, Brt, Gls, Movimoda e della stessa Geodis). Secondo Repubblica, il versamento al Fisco potrebbe alleggerire la posizione penale di Stefano Ciolli e Albino Rocca, ex e attuale direttore finanziario di Esselunga, e quella della società per la responsabilità amministrativa degli enti.
L’indagine a carico di Esselunga aveva già prodotto una conseguenza di peso lo scorso mese di luglio, quando l’azienda si era impegnata presso la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano a internalizzare 3.000 lavoratori delle coop. Una azione che secondo il Corriere della Sera sarebbe stata una iniziativa della stessa Esselunga, che giocando d’anticipo rispetto a una eventuale, successiva, decisione in questo senso disposta dal Tribunale, avrebbe evitato l’amministrazione giudiziaria, chiesta dalla Procura.
In ogni caso, a carico di Esselunga l’accusa, secondo quanto emerso a giugno, sarebbe di “frode fiscale caratterizzata dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale del meccanismo illecito”, ossia dell’azienda stessa, “di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e dalla stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo di fatture inesistenti per un ammontare complessivo di oltre 221 milioni di euro, più Iva, superiore a 47 milioni di euro”.
Sarebbe invece pari a 10 milioni di euro il versamento fatto all’Erario da Geodis, che invece si trova già sotto amministrazione giudiziaria dallo scorso marzo. All’azienda erano stati sequestrati importi per 37 milioni di euro nell’ambito di una indagine, sempre curata dal Pm Paolo Storari, centrata sull’evasione dell’Iva come conseguenza del presunto ricorso a false cooperative che operano come “serbatoi di manodopera” per servizi di logistica.
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