Logistica: ai primi 10 operatori italiani va il 12% dei ricavi
La quota è cresciuta dal 2020 a questa parte per effetto, secondo Randstad Research, della pandemia
Quello della logistica italiana è un mercato estremamente concorrenziale, in cui però allo stesso tempo alle aziende di punta fa capo una quota significativa dei ricavi complessivi.
È una delle conclusioni del report ‘Trasformazioni del settore e delle professioni nella logistica’ elaborato da Randstad Research e presentato nei giorni scorsi. Sulla base dell’indice Herfindahl-Hirschman, lo studio evidenzia infatti come il settore ottenga un punteggio di 20 (il valore 0 è attribuito nelle situazioni di concorrenza perfetta e quello di 10.000 in caso di monopolio). Ma anche che, dal punto di vista dei ricavi, alle prime 10 realtà (localizzate perlopiù nell’area del Nord Ovest e nel complesso pari solo allo 0,0001% del totale) faccia capo una ‘fetta’ che nel 2021 è stata del 12,27%. Un dato questo, peraltro in aumento sul 10,78% del 2020 (e sul 10,05% del 2019) per effetto, secondo Randstad Research, della pandemia.
Più nel dettaglio, lo studio mostra come in realtà i segmenti di trasporti aerei, marittimi e quello delle attività di corriere siano molto concentrati, mentre trasporto stradale e magazzinaggio lo siano meno. Ancora più nello specifico, nel 2021 alle prime 10 imprese del settore del trasporto marittimo era riferibile il 64,4% dei ricavi e nel trasporto aereo una quota del 74,20%, il valore più basso toccato da questo parametro per questo segmento dal 2013. Tra i corrieri nel 2021 era riferibile ai primi 10 operatori il 79,88% dei ricavi, la quota maggiore di tutto l’arco temporale considerato, grazie a un balzo in alto registrato in particolare negli anni 2018-2019. Del tutto diversa invece, come detto, la situazione del trasporto terrestre, dove i primi 10 operatori nel 2021 totalizzavano il 16,92% dei ricavi (quota sostanzialmente stabile dal 2013) e quelli della logistica il 19,83% (in lieve aumento).
Tornando ai valori medi, “il dato sulla concentrazione non deve sorprendere”, si legge nel report, in quanto “riflette la distribuzione per classe dimensionale delle imprese italiane, dove più del 90% delle imprese ha meno di 10 dipendenti” e allo stesso tempo “rivela una peculiarità della logistica italiana”. In altre parole, secondo Randstad Research, a differenza di quanto avviene in Germania dove i settori produttivi sono concentrati e la loro attività è appannaggio di grandi player logistici, nel contesto italiano, caratterizzato da Pmi, i servizi logistici alle realtà più piccole sono offerti da altre imprese di dimensioni ridotte. Un fenomeno che da un lato può costituire “un freno alla crescita dimensionale delle imprese” ma che permette di avere “servizi allineati alle loro esigenze”, secondo la logica dei “distretti”.
F.M.