In discussione in Senato un provvedimento per semplificare l’export di arte
Tra le misure previste il taglio dell’Iva, da cui sarebbero esentate le vendite fino 20.000 euro di oggetti importati e ceduti dagli autori, dai loro eredi o legatari
È in discussione in questi giorni al Senato un disegno di legge che mira a semplificare le procedure per l’esportazione delle opere d’arte – inclusi oggetti d’antiquariato e da collezione – e introdurre agevolazioni fiscali per la loro circolazione. Presentato dal presidente della Commissione Cultura, Roberto Marti della Lega, il provvedimento ha come obiettivo “il rilancio dell’ecosistema artistico italiano, per consentire ai professionisti dell’arte del nostro Paese di competere alla pari con i loro colleghi europei” anche incidendo sul taglio dell’ Iva, da cui sarebbero esentate le vendite fino 20.000 euro di oggetti importati e ceduti dagli autori, dai loro eredi o legatari. Il ddl prevede inoltre l’abbassamento dal 22% al 10% dell’aliquota per oggetti di valore inferiore o uguale a 20mila euro ceduti da soggetti diversi dall’autore o dai suoi eredi o legatari.
Secondo lo studio Arte – Il valore dell’industry in Italia, di Nomisma Intesa Sanpaolo, Arte, citato nella relazione al provvedimento, l’impatto economico annuale generato dal settore è di 3,78 miliardi di euro, con risvolti occupazionali per circa 36.000 lavoratori. Pertanto, “il commercio dell’arte è un settore strategico per l’Italia” e “l’uscita dall’Unione europea del Regno Unito, ovvero del Paese che copre più del 60% del mercato dell’arte europeo, costituisce un momento di trasformazione importante dei rapporti di forza internazionali relativi alla circolazione delle opere e rappresenta un’opportunità senza precedenti per il nostro Paese”.
In quest’ ottica il provvedimento apporta modifiche al codice dei beni culturali per armonizzare la regolamentazione italiana rispetto alla normativa europea, portando a 70 anni, dagli attuali 50, la data di anzianità dei beni che necessitano di autorizzazione preventiva all’esportazione. Nel provvedimento è previsto inoltre un allineamento alla normativa europea per quanto riguarda la fissazione delle soglie al di sotto delle quali non è richiesta la licenza di esportazione fuori dall’Ue, così come l’estensione da 40 a 60 giorni del termine per il rilascio delle autorizzazioni all’esportazione e l’introduzione del silenzio-assenso, per accorciare e garantire i tempi del procedimento.
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