Il consumo di suolo torna a correre in Italia anche a causa della logistica
Dal report del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Ispra-Arpa-Appa) emerge come l’espansione abbia raggiunto nell’ultimo anno anche le aree rurali
Il consumo di suolo in Italia non rallenta, anzi. Dopo una fase di decelerazione, nel 2022 è tornato a correre raggiungendo un ritmo di 2,5 metri quadrati al secondo, per 77 chilometri quadrati in un anno, il 10% in più rispetto al 2021. È quanto emerge dall’ultimo report annuale del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (formato da Ispra con le agenzie ambientali regionali e delle province autonome), pubblicato ieri insieme alla prima edizione dell’Atlante Nazionale del Consumo del Suolo.
Colpa, anche, della logistica, che insieme alla grande distribuzione organizzata è – vi si legge – tra le “principali cause di incremento della superficie consumata a scala nazionale degli ultimi anni in Italia”, una conclusione cui l’istituto è arrivato studiando immagini satellitari e foto aeree.
Le analisi svolte hanno appurato che le attività logistiche (categoria in cui lo studio fa ricadere anche outlet commerciali e centri di distribuzione della Gdo, così come gli spazi che sommano in sé funzioni produttive e di stoccaggio e trasporto merci) hanno consumato nel 2022 506 ettari di suolo (ovvero circa il 6,6% delle aree complessive consumate durante l’anno in Italia, pari queste a 76,8 chilometri quadrati). Una superficie non solo superiore a quella del 2021 (326 ettari) ma anche più alta di quelle di tutti gli altri anni considerati nello studio (per trovare un valore simile, 500 ettari, bisogna risalire al 2018). Nonché un valore di molto superiore a quello medio dell’intero periodo analizzato (2006-2022), pari infatti a circa 300 ettari/annui. Nell’arco di questo intervallo di 16 anni, emerge ancora dall’analisi, il settore ha consumato un totale di 5.104 ettari.
Guardando ai dati regionali, si nota come prevedibilmente il primato 2022 sia dell’Emila Romagna, cui si deve il maggior consumo per attività logistiche dell’anno (126 ettari). Seguono il Veneto (106 ettari), la Lombardia (81) e il Piemonte (60). Da notare il fatto che nella classifica al quinto posto si collochi la Campania (ma già con valori decisamente inferiori, 26 ettari), seguita dal Lazio (20 ettari), mentre le altre regioni italiane mostrano numeri più bassi.
Se si allarga lo sguardo all’intero periodo considerato nello studio (2006-2022), è però la Lombardia a guidare la classifica con 1.012 ettari consumati dalla logistica. In seconda e terza posizione si ritrovano Emilia Romagna (843 ettari) e Veneto (762), mentre quote significative sono in questa lista quelle dei consumi di Lazio (592 ettari) e Piemonte (514).
Negli ultimi sedici anni, sintetizza il report, il fenomeno si è concentrato nel Nord-Est del paese, con oltre 1.670 ettari (il 5,8% del totale del consumo di suolo dell’area), seguito dal Nord-Ovest con 1.540 ettari (6,1%) e il Centro (940 ettari; 4,7%).
L’analisi del Snpa ha preso poi in considerazione anche il tipo di funzione svolta nelle strutture, rilevando come a dare il maggior contributo al consumo di suolo siano le attività produttivo-industriali (63%), ovvero quelle che uniscono attività produttive e di gestione e trasporto merci), mentre la grande distribuzione conti per il 20% e l’e-commerce per il 17%.
Dal report emerge infine un elemento di novità relativo al 2022. A differenza di quanto osservato negli anni passati, il valore più alto di densità di consumo di suolo (in termini di metro quadrato per ettaro) da parte della logistica è stato riscontrato in aree rurali.
F.M.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA DI SUPPLY CHAIN ITALY