Forte flessione di export extra Ue (-7,2%) a settembre
Ancora maggiore la contrazione dell’import dalla stessa area (-32,3%)
A settembre l’interscambio commerciale italiano con i paesi extra Ue27, mostrano gli ultimi dati resi noti dall’Istat, ha vissuto una contrazione sia per quel che riguarda le esportazioni sia le importazioni. Su base annua le vendite nell’area sono infatti calate del 7,2% (dopo il +8,9% di agosto), per via delle flessioni subite dai beni intermedi (-12,8%) e dai beni di consumo non durevoli (-11,9%) e durevoli (-7,5%). Ancora maggiore il declino dell’import, che per gli stessi paesi mostra un calo del -32,3%, generalizzato ma più ampio per energia (-49,7%) e beni intermedi (-26,2%).
Dal punto di vista geografico, le riduzioni su base annua delle esportazioni interessano quasi tutti i principali paesi partner extra Ue27. Le più ampie riguardano Cina (-14,0%), Regno Unito (-13,2%), paesi Opec (-12,1%) e Stati Uniti (-11,9%), mentre aumentano le vendite verso paesi Mercosur (+4,0%) e Giappone (+2,2%). Riguardo l’import, tranne che dagli Stati Uniti (+14,4%), questo cala da tutti i principali paesi partner extra Ue27. La flessione tendenziale più ampia (-86,2%) è quella dalla Russia, ma marcate sono anche le riduzioni degli acquisti da paesi Opec (-36,4%), paesi Asean (-36,3%) e Cina (-34,4%).
Su base tendenziale, riassume lo stesso istituto statistico, “la flessione dell’export investe quasi tutti i principali partner extra Ue27 ed è spiegata per oltre un terzo dalla riduzione delle vendite verso gli Stati Uniti; mentre quella dell’import, molto più ampia, è dovuta per oltre la metà alla contrazione degli acquisti da Russia, Cina e paesi Opec”.
Anche su base mensile l’andamento registra un netto decremento. Per le esportazioni il calo è del -6,9% ed è spiegato dalle minori vendite di beni strumentali (-12,5%) e beni di consumo non durevoli (-9,3%), mentre aumentano quelle di beni di consumo durevoli (+6,5%) ed energia (+2,5%) e restano infine pressoché stazionarie quelle di beni intermedi (+0,2%). Risulta invece più contenuta la contrazione delle importazioni (-2,1%). Su questo fronte, a esclusione di energia (+8,5%), l’Istat rileva riduzioni congiunturali per tutti i raggruppamenti, le più marcate delle quali per beni strumentali (-9,0%) e beni di consumo durevoli (-8,7%).
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