Italia fuori dalle prime 15 economie globali entro il 2050
Le previsioni di Goldman Sachs vedranno al primo posto per quella data le economie nazionali di Cina, Usa e India, mentre nel 2075 il podio muterà ancora per la risalita del subcontinente indiano
La strada che porterà l’economia globale al 2075 sarà attraversata da quattro macro-tendenze: il rallentamento della sua crescita, come conseguenza della decelerazione nell’aumento della popolazione mondiale (con un tasso vicino allo 0% entro quella data); l’abbrivio dei paesi emergenti (che resterà superiore a quello delle economie sviluppate); la fine dell’eccezionalismo statunitense (ovvero la non replicabilità della crescita nel paese, perlomeno per come la si è vista negli ultimi 10 anni); minori ineguaglianze globali, accompagnate però da maggiori diseguaglianze locali (interne cioè alle singole economie). Questo è in sintesi il punto di partenza dell’analisi intitolata The Path to 2075 elaborata da Goldman Sachs, il cui dipartimento Investment Research ha mostrato di stimare che l’Italia – sesta potenza economica mondiale nel 1980, al settimo posto nel 2000, scesa al decimo già nel 2022 – sarà fuori dalla lista delle prime 15 economie globali già nel 2050. Per quella data, gli analisti hanno detto di prevedere che il podio sarà occupato nell’ordine da Cina, Stati Uniti e India, seguiti da Indonesia, Germania, Giappone, Regno Unito, Brasile, Francia, Russia, Messico, Egitto, Arabia Saudita, Canada, Nigeria.
Al 2075 questo elenco sarà nuovamente mutato: se in cima permarrà la Cina, il secondo posto sarà già appannaggio dell’India, seguita dagli Usa. Le posizioni seguenti saranno occupate nell’ordine da Indonesia, Nigeria, Pakistan, Egitto, Brasile, Germania, Regno Unito, Messico, Giappone, Russia, Filippine e Francia.
Il report non si limita però solo a indicare come muteranno le classifiche mondiali delle economie nazionali, ma fornisce anche diverse stime sull’andamento del Pil negli anni in questione. Per quel che riguarda l’Italia, la previsione è di una crescita media dello 0,9% negli anni tra il 2020 e il 2029 (a fronte di una media dell’Eurozona dell’1,2%), in particolare con un +1,4% nel quinquennio 2024-2029 (+1,6% nell’area Euro). Da lì, l’incremento del prodotto interno lordo italiano seguirà un costante declino, che lo vedrà scendere al +1% negli anni tra 2030 e 2039 (a fronte del +1,4% dell’Eurozona), al +0,7% in quelli tra 2040 e 2049, per arrivare al +0,6% tra 2050 e 2059 e infine assestarsi al +0,5% nei periodi 2060-2069 e 2070-2079, intervalli – questi ultimi – in cui la crescita dell’Eurozona sarà invece in media del +0,9%.
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