Dispositivi di protezione individuale non conformi respinti a Piacenza dai funzionari delle Dogane
La mancanza di congruenza nei documenti che accompagnavano la merce ha dato il via a una serie di controlli che hanno fatto emergere mancanze nell’informazione obbligatoria sulla validità del prodotto
A seguito di un controllo doganale sui prodotti di importazione effettuato dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Piacenza è stata sottoposta a verifica una partita di dispositivi di protezione individuale (Dpi) composta da 38.280 paia di guanti da lavoro del valore complessivo di 46.745,60 euro.
La merce in questione, prodotta in Sri Lanka e Vietnam e commercializzata esclusivamente on-line era proveniente dalla Gran Bretagna ed al termine di una serie di procedure messe in atto dai funzionari è stata rinviata alla base di partenza inglese evitando così che venisse commercializzata su tutto il territorio europeo.
La verifica – spiega nella sua nota l’Adm – è iniziata con la l’esame documentale dal quale sono emerse numerose incongruenze nei dati contenuti nella documentazione relativa ai singoli modelli, nella marcatura Ce apposta e nelle dichiarazioni Ce di conformità. Le discrepanze emerse hanno indotto i funzionari a condurre ulteriori approfondimenti, sia sulla merce stessa che sulla documentazione di accompagnamento.
I risultati che sono seguiti hanno confermato le perplessità: la merce è risultata infatti essere sprovvista di informazioni relative a un operatore economico stabilito nell’Ue, e non è stata dichiarata come Dpi in quanto mancante del codice addizionale previsto dalla Taric (Tariffa Doganale Comunitaria) di riferimento. Inoltre, mancavano le etichette riportanti le informazioni sull’origine della merce e sul fabbricante (made in), e le istruzioni d’uso sulle confezioni erano solo in lingua inglese.
L’ufficio Adm ha proceduto ad interessare il Ministero delle imprese e del Made in Italy (Mimit), in conformità al Regolamento dell’Unione Europea n. 1020/2019, e successivamente il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, ente competente in merito ai controlli su tutti i Dpi che entrano nel mercato comunitario a tutela della sicurezza dei lavoratori. Contestualmente, la merce è stata posta sotto custodia giudiziale del rappresentante indiretto dell’importatore, in attesa della decisione finale dell’autorità di vigilanza competente.
Il Ministero del lavoro ha convalidato la correttezza dell’operato dei funzionari di Adm che nel frattempo avevano disposto la sospensione dalla immissione in libera pratica delle merci, prescrivendo all’importatore di completare la procedura di conformità dei prodotti, distruggere i Dpi o respingerli all’estero. E’ stata scelta quest’ultima opzione, e la merce è stata rispedita in Gran Bretagna, evitando la commercializzazione su tutto il territorio Ue a tutela della sicurezza dei lavoratori.
Prima di autorizzare la rispedizione all’estero – conclude la nota – l’ufficio ha incassato gli obbligati diritti doganali, per un totale di 11.794,52 euro.
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