Mazzoleni: “L’automazione del magazzino ci rende interessanti sul mercato del lavoro”
L’amministratore delegato del gruppo di mangimi ribalta la prospettiva sul rapporto uomo-macchina nella logistica
Milano – L’automazione da grande spauracchio a fattore di attrattività della forza lavoro nel settore della logistica. Questo in breve il senso dell’intervento di Andrea Mazzoleni, amministratore delegato del gruppo Mazzoleni, attivo nella produzione di mangimi, esposto durante il convegno di presentazione dei risultati della ricerca 2023 dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano.
L’imprenditore in particolare ha parlato del progetto di automazione Hyperstock, avviato nel 2021 nello stabilimento produttivo dell’azienda a Cappella Cantone, in provincia di Cremona. Esteso su una superficie di 13.500 metri quadrati, questo è consistito nell’introduzione di mobile robot o sistemi di azzeratoti di peso, la cui gestione è stata integrata digitalmente nell’area tramite terminali e schermi touch screen, con vantaggi quindi in termini di ergonomia e di allargamento delle mansioni del personale.
“Quando ci mettiamo sul mercato del lavoro con questa offerta di automazione, ci rendiamo più interessanti” ha aggiunto Mazzoleni, sottolineando come questo effetto valga però naturalmente per i più giovani, e unitamente al fatto che l’azienda è in generale un contesto innovativo, con all’attivo molte acquisizioni e partnership, nonché una realtà “dove l’età media è intorno ai 30 anni”.
Nonostante il caso di Mazzoleni, l’accettazione delle innovazioni tecnologiche da parte degli addetti ai lavori è però solitamente un momento critico per molte aziende, anche della logistica. Tanto che lo stesso Osservatorio ha evidenziato la necessità di adottare, quando introducono elementi di industria 4.0, un approccio human-centric. In particolare, il panel di imprese che hanno partecipato alla ricerca ha detto di dare peso nell’ordine a fattori quali le caratteristiche dei lavoratori, la tipologia di attività, appunto la accettazione della tecnologia, lo sviluppo tecnologico.
Tra le aziende che durante il convegno hanno segnalato, di contro, di avere incontrato timori da parte degli addetti ai lavori in fase di adozione di tecnologie innovative c’è Madi Ventura. Il gruppo ligure della frutta secca, che per l’introduzione di elementi di automazione si è affidato a Linde, per voce del Cio e direttore Operations Simone Gedda ha ricordato quali fossero stati i commenti da parte degli operatori all’avvio del progetto: “Ci dicevano: vi stiamo aiutando a farci perdere il lavoro, le macchine lo faranno al posto nostro”. La chiave per l’accettazione è stata quindi quella di “segnalare che con i robot sarebbero diminuiti i lavori ordinari e si sarebbe dato più tempo alle attività ad alto valore aggiunto, con maggiore specializzazione”. Insomma, ha riassunto, “abbiamo sottolineato che le macchine devono essere governate”.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA DI SUPPLY CHAIN ITALY