Meno assunzioni e più difficoltà di reperimento personale (44%) nel 2023 nel settore trasporti e logistica
Le criticità, mostrano le rilevazioni di Unioncamere, raggiungono il 55% delle figure ricercate nel caso di conducenti di camion e mezzi pesanti
Nel 2023 le aziende italiane della logistica e dei trasporti hanno concluso meno assunzioni che in passato. Parallelamente hanno visto crescere, più che in altri settori, le difficoltà nel reperire i dipendenti ricercati.
È, in sintesi, quanto si evince dalla lettura dell’ultimo Bollettino annuale del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che tira le fila delle dinamiche del mercato del lavoro italiano nell’anno che volge al termine.
Complessivamente, si legge nel report, per le aziende della Penisola i nuovi ingressi sono stati maggiori che in passato: ben 823.100 realtà (il 62% del totale) hanno siglato nuovi contratti, contro le 784.560 del 2022 (il 60%), assicurandosi anche una quota leggermente maggiore di dipendenti giovani (il 30% contro il 29% del 2022), per un totale di 5.509.130 nuovi ingressi (a fronte dei 5.179.140 dello scorso anno).
Ad avere incontrato difficoltà nel reperimento dei nuovi lavoratori è stato il 45% delle imprese che hanno concluso assunzioni (+ 4 punti percentuali sul 41% del 2022 e +13 sul 32% del 2021), in misura crescente anche per via delle criticità legate alla mancanza di profili specifici disponibili (dal 24,6% si passa ora al 28,4%).
L’area aziendale di logistica e trasporti in particolare ha contato per 659.390 nuove assunzioni (il 12% del totale italiano), una quota inferiore a quella dell’anno prima (665.940 ingressi, pari al 12,9%). In particolare sono diminuiti (in valore assoluto e in percentuale) i nuovi dipendenti dell’ambito Trasporti e distribuzione: nell’anno in corso, i nuovi ingressi sono stati 481.350 (pari all’8,7% delle nuove assunzioni italiane), contro i 492.140 del 2022 (che erano il 9,5% del totale). Risultano invece in aumento in valore assoluto (da 173.190 a 178.040) gli ingressi nell’ambito Acquisti e movimentazione interna, che però perdono leggermente peso sul totale delle ‘nuove assunzioni italiane’ (dal 3,4% del 2022 all’attuale 3,2%).
Ad avere influito su queste dinamiche è con ogni probabilità proprio la crescente difficoltà di reperimento di lavoratori da parte delle imprese di settore, che negli ultimi due anni ha visto un deciso peggioramento.
Pur restando inferiore alla media nazionale (che come detto sopra nel 2023 è del 45%), questo parametro nel comparto della logistica negli ultimi anni ha subito infatti un deciso incremento. Partendo con il 29% del 2021 e passando al 35% del 2022, nell’anno in corso ad avere avuto problemi nel trovare dipendenti è stato infatti il 41% delle imprese del comparto intenzionate ad assumere (+19 punti percentuali nel biennio, contro i 13 della media nazionale, come visto sopra).
Da notare che, prevedibilmente, i problemi affliggono in misura maggiore le attività di trasporti e distribuzione (ora sono dichiarati dal 44% delle realtà che cercano personale, contro il 38% del 2022 e il 32% del 2021), ma la crescita delle difficoltà è stata più accelerata in quello di acquisti e movimentazione interna, dove i problemi nel reclutamento interessano ora il 33% delle imprese (nel 2021 solo il 17% ammetteva criticità in questo senso).
Fatte queste osservazioni, va anche evidenziato che secondo le rilevazioni di Excelsior-Unioncamere, l’area di logistica e trasporti non è (ancora?) tra quelle più in sofferenza sotto questo profilo. Tra le industrie metallurgiche e delle costruzioni, ad esempio, risulta difficile da reperire il 58% delle entrate programmate, ma percentuali simili (56-57%) si registrano anche tra le imprese del legno e del mobile, così come nel commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli e nella fabbricazione di macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto.
Tornando al settore logistico, l’analisi evidenzia che le difficoltà nel reperimento di personale non riguardano figure dirigenziali e nemmeno di livello intermedio, ma interessano innanzitutto i cosiddetti profili operai.
Tra le professioni più interessate dal fenomeno c’è, come facile immaginare, quella del conduttore di mezzi pesanti e camion, che nel 2023 ha registrato 199.390 nuovi ingressi con difficoltà in 111.520 casi di assunzioni (circa il 55% del totale), dovute secondo lo studio per il 39% alla mancanza di candidati e per il 13% alla preparazione inadeguata di chi si è proposto. Il tempo medio per l’individuazione dei futuri dipendenti è di 3,4 mesi.
Criticità però si riscontrano anche per le professioni non qualificate, seppur toccate meno da questi problemi. A fronte di 188.060 nuovi ingressi nel 2023 di addetti all’imballaggio e al magazzino, le difficoltà si sono viste in 35.690 casi (18,9%), con un tempo medio di ricerca di 2,5 mesi, mentre per facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati le nuove entrate sono 40.370, con 7.470 casi di difficile reperimento (ovvero circa 18,5%) e ricerche che si protraggono in media per 3,1 mesi.
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