Più friendshoring che nearshoring nel 2023 secondo Unctad
Secondo l’agenzia Onu le tensioni geopolitiche stanno portando a un allungamento delle catene logistiche
Le tensioni geopolitiche stanno ridisegnando gli scambi commerciali interazionali, ma l’effetto finale non è quello di un accorciamento delle catene logistiche globali. A questa conclusione si arriva passando in rassegna l’ultimo Global Trade Update di Unctad, che permette di rileggere alcuni dei trend più discussi degli ultimi anni alla luce dei dati raccolti dall’agenzia rispetto all’andamento delle relazioni commerciali tra paesi.
Il primo è quello de reshoring: un fenomeno che secondo Unctad si sta sì osservando, ma non necessariamente nella forma di riavvicinamento dei centri di produzione ai paesi di lavorazione e distribuzione finale. “A partire dal 2022, la prossimità geografica del commercio internazionale è rimasta stabile, mostrando tendenze minime al nearshoring o al far-shoring (all’avvicinamento o allontanamento della produzione, ndr)”. Quello che l’agenzia dice di avere osservato, in particolare dalla fine del 2022, è invece un “aumento della prossimità politica” negli scambi, ovvero il cosiddetto friendshoring, che sta determinando un calo della diversificazione dei partner commerciali e una concentrazione delle relazioni di scambio lungo alcune tratte maggiori. Uno dei fenomeni che Unctad ha riscontrato è quindi l’allungamento delle supply chain, per via in particolare dell’allentamento dei legami tra Cina e Stati Uniti, che stanno favorendo l’emergere di altri paesi fornitori asiatici e del Messico, con effetto però non solo sui paesi direttamente interessati ma anche sulle dinamiche tra economie terze.
Il report non si sofferma a lungo su questo punto ma si può dire che questa conclusione è coerente con quella proposta nelle settimane scorse da Sea-Intelligence, che ha riscontrato come la distanza media percorsa dai container importati in Nord America e in Europa non sia diminuita rispetto al 2019 e che quindi “le supply chain globali non si sono accorciate”.
Relativamente all’effetto friendshoring, sono invece diversi i dati che Unctad riporta a sostegno dell’affermarsi di questa tendenza. Guardando agli scambi tra paesi amici, l’analisi rileva (mettendo a confronto il terzo trimestre 2023 con lo stesso periodo del 2022) a esempio un forte aumento della dipendenza dall’Ue dell’Ucraina (+10%), ma in misura minore anche del Kazakistan (+2,9%), dell’Arabia Saudita (+2,2%), di Taiwan (+1,5%) e degli Usa (+1,3%). Parallelamente, è fortemente aumentata la dipendenza della Russa dalla Cina (+8%). Iil paese asiatico ha stretto i suoi legami anche con Iraq (+2,8%), Vietnam (+2,3%, che viceversa ha allentato quelli con gli Usa, -1,4%) e l’Australia (+2,5%). Di contro, nello stesso periodo, risulta in diminuzione la dipendenza della Russia da forniture Ue (-6,4%, mentre in direzione opposta il calo è dello 0,7%), così come quella di Taiwan e degli Usa dalla Cina (rispettivamente, -2,2% e -1,8%). Nello stesso periodo, anche Corea del Sud, Giappone e Cile risultano aver contratto la dipendenza dalla Cina, rispettivamente nella misura dell’1,4%, 1,2% e 1,1%.
F.M.
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