A Spezia proteste contro la sospensione del corridoio doganale con S. Stefano Magra
Impugnati al Tar gli atti delle Dogane e al momento è stata cocnessa la sospensiva
Gli operatori spezzini, preoccupati dall’avvio della revoca delle autorizzazioni per i corridoi doganali ispettivi nei terminal di Santo Stefano, effettuata dalla Dogana della Spezia, chiedono in una nota congiunta di “rafforzare la collaborazione pubblico-privato del Sistema Spezia soprattutto su Santo Stefano Magra, essenziale alla integrazione anche doganale tra il porto e il suo interporto, costruita in oltre dieci anni da Agenzia della Dogana e Magazzini privati che, anche qui primi in Italia, hanno attivato i corridoi ispettivi, modelli operativi di efficienza dai quali hanno tratto ispirazione tutte le procedure delle merci per treno e camion.”
I rappresentanti delle suddette associazioni firmatarie del comunicato – i presidenti Giorgia Bucchioni (Agenti Marittimi), Alessandro Laghezza (Spedizionieri) e Bruno Pisano (Doganalisti) – sottolineano che l’iniziativa avviata dalla Dogana della Spezia, è in controtendenza con quelle innovative avviate su tutto il territorio nazionale, e ha obbligato gli operatori “a impugnare la procedura con un ricorso al Tar dal quale è stata subito concessa la sospensione del provvedimento, sventando almeno temporaneamente il rischio di numerosi licenziamenti.”.
Bucchioni, Laghezza e Pisano hanno dedicato per questo un focus a Santo Stefano, centro logistico al servizio di un’area vasta che comprende il Nord ed il Centro dell’Italia e che si proietta al di là delle Alpi.
Da oltre due decenni – informano i presidenti nella nota – consistenti investimenti di operatori privati hanno dato vita a un nodo operativo diventato il motore del Porto della Spezia nel quale si concentra la logistica integrata e si avviano le rotture di carico per rendere servizi efficaci alle merci in importazione ed esportazione, grazie alla breve distanza dal porto – solo 6 km di bretella autostradale – che rende le aree di Santo Stefano la banchina lunga dello scalo spezzino. Nodo nel quale opera da oltre tre anni il Centro Unico dei servizi, struttura sorta per gestire in modo efficiente, attraverso procedure innovative, tutte le attività di controllo e di verifiche delle merci che transitano nel porto, iniziativa prima e unica in Italia nata proprio dalla sinergia tra pubblico e operatori privati.
Poiché – continua la nota – Santo Stefano Magra dispone, grazie alla lungimiranza di investitori privati spezzini e nazionali di 100.000 mq di magazzini coperti, 600.000 mq di aree operative attrezzate e 300.000 mq destinati ai terminal intermodali ed è uno dei punti di forza del sistema logistico che fa riferimento al Porto della Spezia e al suo hinterland, occorre che questa piattaforma diventi, in armonia con i progetti di ampliamento nei terminal La Spezia Container Terminal, Tarros e Terminal Crociere, una vera e propria Città della Logistica, della quale ha già tutte le caratteristiche operative e distributive.
Gli operatori spezzini vogliono rilanciare così il concetto di porto laboratorio inserendo la logistica di prossimità – la cui importanza è emersa con le difficoltà di approvvigionamento della fase pandemica – come un valore aggiunto, guardando ancora avanti rispetto alle esigenze di un mercato in continua evoluzione anche per prepararsi a quella che sarà la Zona logistica semplificata (Zls) auspicando allo stesso tempo la rapida conclusione dell’iter autorizzativo del Ministero per la procedura (Zls).
“Nello sviluppo della Città della Logistica nell’interporto di Santo Stefano Magra – concludono i tre presidenti Bucchioni, Laghezza e Pisano – la collaborazione fra pubblico e privato deve restare uno dei pilastri fondanti del Sistema Spezia perché solo così si possono creare nuove economie per il territorio, per il Porto della Spezia e per mantenere e incrementare la buona occupazione”.
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