Export extra Ue in flessione a novembre (-3,7% su base annua)
Marcato il calo dell’import, che scende del 20,8% per via dei cali negli acquisti di energia (-38,0%) e beni intermedi (-16,3%)
A novembre 2023, rileva l’ultima analisi dell’Istat, l’export extra Ue italiano ha registrato una flessione su base annua del 3,7% (contro la crescita del 9,4% a ottobre). Il calo è dovuto in particolare alla contrazione delle vendite di energia (-16,4%), beni intermedi (-6.9%) e beni strumentali (-4,9%), mentre crescono le esportazioni di beni di consumo durevoli (+4,3%) e non durevoli (+0,5%). Parallelamente, l’import ha registra una flessione tendenziale del 20,8%, generalizzata e più ampia per energia (-38,0%) e beni intermedi (-16,3%).
In particolare nel mese risultano ampie le riduzioni delle vendite estere verso Svizzera (-23,7%), Regno Unito (-21,4%) e Giappone (-16,8%), mentre sono aumentate quelle dirette verso paesi Mercosur (+8,5%), nonché verso Turchia (+7,4%), paesi Opec e Cina (per entrambi +5,6%) e Stati Uniti (+4,9%). Quanto alle importazioni, queste sono diminuite peer tutti i paesi partner extra Ue27, a eccezione di Regno Unito (+9,7%) e Turchia (+1,4%). A registrare le flessioni più marcate sono gli acquisti dalla Russia (-91,8%), seguiti da quelli dai paesi Opec (-36,1%), Mercosur (-35,4%) e Asean (-28,8%).
A margine, Istat rileva tuttavia che l’andamento nel mese è condizionato dalle operazioni occasionali di elevato impatto nell’ambito della cantieristica navale che si erano verificate nel novembre 2022. Al netto di queste, la flessione delle vendite italiane extra Ue scende si riduce al -1,2%.
Su base mensile, per novembre Istat stima un calo simile per esportazioni (-3,0%) e importazioni (-3,1%). La flessione dell’export riguarda tutti i raggruppamenti principali di industrie, a eccezione di beni di consumo durevoli (+2,6%), ed è dovuta soprattutto alle minori vendite di energia (-31,0%), beni intermedi (-3,4%) e beni di consumo non durevoli (-2,5%). Anche dal lato dell’import, a esclusione del segmento dei beni strumentali (+1,7%), si rilevano diminuzioni congiunturali per tutti i raggruppamenti, le più ampie delle quali per energia (-7,5%) e beni di consumo durevoli (-4,5%).
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA DI SUPPLY CHAIN ITALY