In 63 pagine il libro dei sogni di Confindustria per la logistica delle merci
Presentato a Roma un ampio documento ricco di proposte per un “sistema logistico moderno” che sia “un fattore di competitività per il settore manifatturiero”
Confindustria ha messo a fuoco il tema della logistica merci con un dossier di 63 pagine dal titolo “Industria, trasporti, logistica e infrastrutture: insieme per la competitività del Paese” (qui il documento) presentato in occasione di un convegno a Roma durante il quale l’associazione degli industriali ha lanciato le sue proposte per un “sistema logistico moderno” che sia “un fattore di competitività per il settore manifatturiero”.
Per gli industriali “occorre uscire dall’ottica in cui logistica e trasporti sono considerati solo come un costo e non come un asset competitivo su cui far leva”. Riconoscono che bisogna superare una situazione “frammentata”, con “costi meno competitivi rispetto ai grandi operatori internazionali”.
Tra le proposte per uno “sviluppo e ammodernamento” secondo gli industriali “è, innanzitutto, necessario un miglioramento della programmazione infrastrutturale e della qualità dei progetti e delle opere da realizzare”.
Oltre a ciò è emersa la necessità di “un’efficiente regolamentazione dei contratti pubblici, di un buon funzionamento del sistema portuale e della definizione di un efficace piano nazionale degli aeroporti. Le procedure burocratiche devono essere semplificate e digitalizzate e rimossi i vincoli obsoleti e i colli di bottiglia”.
Il rapporto è stato presentato alla presenza anche del ministro dei Trasporti Matteo Salvini ed è frutto della collaborazione di tutte le principali associazioni confindustriali del settore dei trasporti, della logistica e delle infrastrutture, ma anche le territoriali e le associazioni di settori industriali interessati al tema come chimica e acciaio e con Ferrovie dello Stato.
Il valore totale delle attività logistiche in Italia, secondo quanto indicato da Confindustria, è stato nel 2023 di 135,4 miliardi di euro, l’8,2% del Pil, e occupa circa 1,4 milioni di addetti. Il dossier di via dell’Astronomia si sofferma su specifiche aree di intervento.
“Il primo step riguarda la gestione dei valichi alpini. Manca una visione nazionale, un ruolo più regnante dell’Ue e uno scenario di sviluppo del traffico dei valichi” dicono da viale dell’Astronomia.
Poi, “l’intermodalità, ambito in cui le inefficienze infrastrutturali e di servizio determinano uno sfavorevole rapporto qualità/prezzo dell’offerta. Svolgono un utile contrappeso il Ferrobonus e il Marebonus che, però, devono ricevere una maggiore dotazione finanziaria”. Servono interventi “sulle infrastrutture logistiche, come ad esempio gli interporti”.
Per il trasporto marittimo “occorre una rinnovata strategia industriale che miri soprattutto alla semplificazione dei processi burocratici tramite la digitalizzazione, all’investimento mirato di nuove risorse, a garantire l’indipendenza della catena di approvvigionamento nazionale”.
Questo invece il pensiero a proposito del trasporto aereo delle merci: “La strategia nazionale dovrebbe puntare a garantire livelli competitivi con i principali aeroporti europei, tramite semplificazione delle procedure doganali, digitalizzazione dei sistemi logistici aeroportuali e l’efficace integrazione degli aeroporti con le altre reti di trasporto (sviluppo di cargo city aeroportuali)”.
Confindustria chiede anche di puntare sulla digitalizzazione nel settore dei trasporti, anche con big data, blockchain, cybersecurity, intelligenza artificiale. Servono “politiche pubbliche” anche per “favorire l’automazione dei magazzini logistici e dei centri distributivi e la digitalizzazione delle imprese di trasporto e di tutta la filiera logistica”.
Per la circolazione delle merci bisognerebbe “coniugare efficienza, sicurezza e continuità produttiva e logistica. Serve un ammodernamento del calendario nazionale dei divieti, la sua armonizzazione a livello Ue, la revisione della normativa relativa ai trasporti eccezionali e, per quanto riguarda le merci pericolose, una definizione più chiara della cosiddetta sosta tecnica”.
Al centro della discussione c’è stato poi anche il tema del “rinnovo del parco circolante in un’ottica green, con una riforma del ‘fondo investimenti autotrasporti’, con una congrua dotazione finanziaria per il periodo 2023-2026”. “Per i vettori energetici – indica ancora il dossier – l’infrastruttura logistica è chiamata a garantire alti livelli di flessibilità e di adattabilità per assicurare la continuità dell’approvvigionamento, anche dei combustibili più innovativi. Devono essere semplificate ed accelerate le procedure autorizzative”.
Focus anche sul fabbisogno energetico degli immobili logistici e la loro localizzazione: “Si deve puntare sulla capacità di autoproduzione e autoconsumo di energia da parte delle aziende della logistica, sostenendo i loro investimenti per l’acquisto di sistemi di accumulo e per la messa in opera di colonnine di ricarica per i mezzi elettrici”.
Ha poi “particolare importanza” per Confindustria “la questione del capitale umano: la sua formazione e il suo reperimento costituiscono un ostacolo allo sviluppo del settore logistico. Per superarlo bisognerebbe integrare i percorsi formativi degli istituti tecnici con indirizzi specifici, rivedere i programmi formativi d’intesa con le aziende del settore e spingere sull’impiego della forza lavoro immigrata”.
Infine “è necessaria – secondo gli industriali – un’attenta revisione del ruolo dell’Autorità di regolazione dei trasporti, soprattutto per quanto riguarda il suo ambito di competenza e il suo finanziamento che coinvolge eccessivamente le imprese del settore logistico e trasportistico”.
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