Frode fiscale nella logistica, travolta anche Chiapparoli
Alla società, fornitrice anche per Bayer, sono stati sequestrati importi per 41 milioni di euro
Impiego illecito di manodopera con frode fiscale. Ruota attorno a questa accusa il provvedimento con cui la procura di Milano ha disposto quest’oggi un sequestro preventivo del valore complessivo di 41 milioni di euro a carico di Chiapparoli Logistica (11 milioni), che offre servizi in particolare per il settore farmaceutico (tra i suoi clienti anche Bayer), e il suo fornitore, Il Consorzio Sal (30 milioni). A capo delle indagini il Pm Paolo Storari, che sta conducendo inchieste simili su altre aziende del settore. Secondo quanto riferisce in particolare Il Giorno, sarebbero indagati anche i legali rappresentanti delle due realtà, ovvero Elena Chiapparoli e Aronne Premi, con le ipotesi di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.
Nel dettaglio la società milanese, con sede a Cerro al Lambro, avrebbe stipulato contratti fittizi di appalto per la somministrazione di manodopera, con l’emissione e l’utilizzo di falsi documenti per circa 250 milioni di euro. Gli anni oggetto dell’indagine sono quelli tra 2019 e 2023.
In particolare Chiapparoli si sarebbe avvalsa, per reclutare i lavoratori, dei servizi de Il Consorzio, che a sua volta si sarebbe rivolto a cooperative varie che avrebbero omesso di versare l’Iva e gli oneri previdenziali e assistenziali. Un meccanismo venuto alla luce anche tramite un controllo a campione che ha permesso di appurare come gli addetti spesso siano “transumati” tra vari ‘serbatoi di manodopera’ pur essendo poi nei fatti da anni impiegati nelle attività dello stesso operatore logistico. Precisamente il 65% del personale oggi alle dipendenze di Chiapparoli sarebbe transitato dalle cooperative e circa il 36% avrebbe svolto la propria attività lavorativa presso altre tre società serbatoio utilizzate dal Consorzio Sal.
Sotto l’occhio degli inquirenti anche una condotta messa in atto da Chiapparoli al momento dell’assunzione alle sue dipendenze degli addetti. I lavoratori sarebbero stati infatti costretti a firmare una rinuncia espressa al credito per il Tfr maturato negli anni precedenti, quando erano formalmente sotto contratto con le coop, sgravando quindi la società da possibili rivendicazioni future.
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