Export del Piemonte in contrazione nel terzo trimestre 2023 (-0,5%)
Il comparto chiude però i primi 9 mesi dello scorso anno in crescita (+4,7%) con 9,5 miliardi
Nei primi 9 mesi del 2023, le esportazioni dei distretti piemontesi hanno toccato i 9,5 miliardi di euro in valore, in aumento del 4,7% (ovvero per 422 milioni) rispetto allo stesso periodo del 2022. Dopo un primo trimestre di incremento a doppia cifra (+11,8%), evidenzia l’analisi del Monitor curato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, l’intervallo aprile-giugno ha però mostrato una crescita più contenuta (+3,5%), mentre quello luglio-settembre è stato archiviato con una leggera contrazione (-0,5%), in conseguenza del calo della domanda internazionale. Nonostante questo trend, i distretti del Piemonte hanno superato la media italiana, sia negli interi nove mesi (+4,7% contro un +0,4%) sia nel solo terzo trimestre (-0,5% a fronte di un calo medio del 3,7%).
Misurati a prezzi correnti, i dati evidenziano per i 9 mesi un andamento positivo del settore moda (+9,1%), della meccanica (+4,1%) e dell’agro-alimentare (+2%), con un trend a segno più per 8 distretti su 12. A vivere un calo sono stati infatti i distretti dei Casalinghi di Omegna, di Nocciola e frutta piemontese, di Rubinetteria e valvolame di Cusio-Valsesia e di Vini di Langhe, Roero e Monferrato. Si sono di contro distinti per una crescita a doppia cifra quelli del Riso di Vercelli (+29,1%), delle Macchine utensili e robot industriali di Torino (+24,1%) e delle Macchine tessili di Biella (+15,5%).
Andamento negativo invece nel complesso per i due poli tecnologici piemontesi, che hanno chiuso il periodo gennaio-settembre 2023 con l’export in calo di 218 milioni (-11,7%). Per il polo ICT di Torino le esportazioni risultano in aumento dell’11,9%, per un importo complessivo di 73 milioni di euro, grazie ad un buon risultato in tutti i trimestri: +17,1% nel primo, +13,6% nel secondo e +5,2% nel terzo. Per quello aerospaziale le vendite estere nei primi nove mesi del 2023 risultano in calo del 23,3%, per 291 milioni di euro, come combinazione di andamenti molto differenziati (-62,9% nel primo, +72,9% nel secondo e -58,4% nel terzo), dato il condizionamento delle grandi commesse.
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