Export extra Ue in flessione (-1,2%) a gennaio su base annua
In contrazione più netta l’import, che scende del 19,4% rispetto al primo mese del 2023
A gennaio le esportazioni extra Ue italiane hanno vissuto un calo anno su anno dell’1,2% (dopo il -7,0% di dicembre 2023). Lo evidenzia l’Istat nel suo ultimo aggiornamento, segnalando che la flessione risulta determinata dalla riduzione delle vendite di beni intermedi (-14,8%) e di beni di consumo non durevoli (-1,4%). Nello stesso mese l’import ha registrato una contrazione del 19,4%, per effetto di una riduzione di tutti gli ambiti ma principalmente di quelli di energia (-35,8%) e beni intermedi (-16,6%).
Dal confronto mese su mese, rileva ancora l’analisi, si osserva invece una contrazione dell’8,7% sulle importazioni e del 4,5% sull’export. Rispetto a dicembre, calano le vendite estere extra Ue di beni strumentali (-9,2%) e di beni intermedi (-8,3%), mentre aumentano quelle di energia (+13,2%) e beni di consumo durevoli (+0,6%) e non durevoli (+1,4%). Dal lato dell’import, si rilevano invece riduzioni congiunturali per tutti gli ambiti analizzati, più ampie per energia (-12,8%) e beni di consumo durevoli (-11,9%) e non durevoli (-9,7%).
Confrontando poi il trimestre novembre 2023-gennaio 2024 con il precedente, Istar evidenzia un calo del 2,1% dell’export. A parte l’eccezione dei beni di consumo durevoli (+7,4%), la riduzione riguarda tutti i raggruppamenti ed è molto accentuata per energia (-21,8%). Nello stesso periodo, l’import scende del 7,1%, anche sotto questo punto di vista per tutti i settori considerati ma con peso maggiore per l’energia (-14,1%).
Guardando ai paesi di destinazione od origine degli scambi, secondo l’analisi dell’istituto a gennaio 2024 si è osservata una decisa contrazione su base annua dell’export verso la Cina (-46,2%), mentre sono cresciute le vendite In netto verso paesi Asean e Opec (per entrambi +26,4%), Giappone (+19,9%) e Stati Uniti (+14,4%). Dal lato delle importazioni, il calo risulta generalizzato, con l’eccezione di Stati Uniti (+24,5%) e Turchia (+16,2%). Nel dettaglio, le riduzioni tpiù marcate riguardano gli acquisti da Russia (-79,6%), paesi Asean (-27,9%), Opec (-21,8%), Cina (-21,6%) e paesi Mercosur (-20,0%).
Nella lettura dei dati, l’Istat invita a considerare che il forte calo congiunturale dell’export extra Ue risulta condizionato da operazioni occasionali, di grande impatto, registrate a dicembre nella cantieristica navale. Al netto di queste, la riduzione risulta più contenuta e pari a un -1,7%. Anche il crollo delle esportazioni verso la Cina su base tendenziale va interpretato considerando che il gennaio 2023 era stato caratterizzato da un boom delle vendite di prodotti farmaceutici verso il paese.