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Economia

In lieve calo l’export dei distretti dell’Emilia Romagna nel terzo trimestre 2023 (-0,8%)

Nei primi nove mesi dello scorso tuttavia le vendite estere sono cresciute del 4,7% a 16,4 miliardi di euro

di REDAZIONE SUPPLY CHAIN ITALY
1 Marzo 2024
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Porto Ravenna Terminal Container

Nonostante il contesto complesso e gli effetti negativi dell’alluvione, i distretti dell’Emilia Romagna – riferisce l’analisi del Monitor di Intesa Sanpaolo – hanno visto crescere nei primi 9 mesi del 2023 le loro esportazioni, che hanno raggiunto quota 16,4 miliardi di euro, in aumento del 4,7% rispetto allo stesso periodo del 2022. Una performance negativa per la precisione si è vista nel terzo trimestre (-0,8%), comunque meno pesante rispetto alla contrazione che si è osservata a livello nazionale (-3,7%).

I dati settoriali rivelano tuttavia dinamiche eterogenee. Molto tonica innanzitutto quella della meccanica distrettuale regionale (+14,9% per i primi nove mesi, +7,6% nel terzo), che rappresenta oltre il 50% delle esportazioni totali delle imprese distrettuali della regione.
Buona anche la performance dell’agro-alimentare emiliano-romagnolo, che aumenta le proprie esportazioni del 9,1% nei primi nove mesi dell’anno e del 4,4% nel trimestre luglio-settembre 2023. Negativi invece i dati tendenziali dei primi nove mesi per il sistema casa (-14,3%) e per il sistema moda (-15,7%).

Guardando più da vicini i singoli comparti, lo studio mostra che le Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena confermano il trend di forte crescita con un incremento delle vendite a prezzi correnti di 256,9 milioni di euro (+51,7% tendenziale ne nove mesi), spinte dal massiccio aumento in Francia, con un vendite più che raddoppiate (+112,8%) e dal balzo dei flussi verso Turchia (+243,3%) e Germania (+97,5%).
Incrementa l’export di circa 261 milioni di euro il distretto della Food machinery di Parma (+27,4%), grazie al fondamentale contributo del mercato francese (+55,3%) e alla vivacità di Polonia (+132,1%), Regno Unito (+61,2%) e Germania (+30,6%), nonostante il calo verso il Marocco (-92,6%). Si conferma inoltre la forte propensione all’export del distretto delle Macchine per l’imballaggio di Bologna, che segnano un incremento di 434,2 milioni di euro (+24,8%), grazie a forti vendite verso gli Stati Uniti (+40,9%), prima rotta commerciale del distretto, seguiti da Francia (+37,9%), Regno Unito (+48,5%), Polonia (+64,8%) e India (+113,3%). Positivo anche l’andamento della Meccatronica di Reggio Emilia, con un incremento dell’export di 189,5 milioni di euro, pari al +5,4% tendenziale, grazie all’impulso delle vendite verso Stati Uniti (+4,2%), Germania (+16,7%) e Francia (+15%). In lieve crescita inoltre le Macchine utensili di Piacenza, che nei nove mesi registrano un incremento di 3 milioni di euro, pari a una variazione tendenziale del +2,5%. In questo caso alla buona trazione di Germania (+10,9%), Turchia (+34,6%) e Polonia (+88,8%) si contrappongono il ripiegamento francese del 23,1% e il vistoso calo degli Stati Uniti (-52,2%). La fotografia del distretto dei Ciclomotori di Bologna restituisce ancora di più un’immagine in chiaroscuro: rimane in territorio positivo nei nove mesi (+0,1%), ma registra un brusco rallentamento nel terzo trimestre (-32%).

Buona performance, evidenzia ancora l’analisi, di un settore aciclico come l’agro-alimentare, con una eterogeneità di risultati. Il miglior distretto della filiera regionale, in termini di crescita, è l’Alimentare di Parma (+17,9%), che incrementa le vendite estere di 192,3 milioni di euro, grazie al traino di tutti i principali mercati di sbocco ovvero Germania (+13,6%), Francia (+20,9%), Australia (+54,2%) e Regno Unito (+42,6%). Un andamento superiore alla media della filiera regionale è quello dei Salumi di Parma (+12,1% ovvero +42,2 milioni di euro), grazie all’incremento dell’export verso Francia (+6,7%), Stati Uniti (+8,4%), Regno Unito (+14,2%) e Belgio (+124,8%). Con segno positivo anche i Salumi del modenese (+44,7 milioni di euro ovvero +7,1%), grazie alla spinta di Danimarca (+14,9%) e Svezia (+9,5%).

Nell’insieme l’Ortofrutta romagnola tiene, registrando nei primi nove mesi del 2023 un leggero miglioramento (+3,2 milioni di euro; +0,7%). Tuttavia le performance del terzo trimestre, segnato dagli effetti dell’alluvione, sono ampiamente negative (-24,5%). Tra i paesi di destinazione si distinguono in positivo Spagna (+59,2%), Paesi Bassi (+15,7%) e Francia (+12%) mentre rimane sostanzialmente invariato il dato della Germania (+0,5%), che da sola assorbe quasi il 40% delle esportazioni distrettuali.
Pressoché stabile poi l’export Lattiero-caseario parmense, dove il forte decremento registrato dagli Stati Uniti (-10,5%), che assorbono quasi il 30% delle vendite all’estero del distretto, è compensato dal +41,2% dei Paesi Bassi, dal +14,3% della Germania e dal +11,2% della Spagna.
Il Lattiero-caseario di Reggio Emilia registra invece una lieve contrazione (-1%), ma archivia una buona performance del Regno Unito (+6,5%), suo primo mercato di sbocco, e un eccellente balzo in avanti di Stati Uniti e Svezia (rispettivamente, +25,1% e +16,2%). Il distretto dei Salumi di Reggio Emilia chiude il periodo analizzato con una contrazione dell’11,2%, frutto di una brusca frenata delle vendite in Germania (-35,1%) e nei Paesi Bassi (-60,1%), solo parzialmente compensata dal dato positivo degli Stati Uniti (+12,4%) e del nuovo mercato di sbocco, la Nuova Zelanda.

A vivere difficoltà nel terzo trimestre 2023 sono stati poi entrambi i distretti del sistema casa.  Quello dei Mobili imbottiti di Forlì, rallenta del 8,3% per effetto dell’incertezza generata dal quadro macroeconomico. La buona tenuta della Francia (+5,6%), che assorbe più del 60% dell’export distrettuale, e l’ottimo dato del Belgio (+16,8%) sono controbilanciati da Cina (-41,5%) e Stati Uniti (-53,5%).
Flette anche l’export del distretto delle Piastrelle di Sassuolo, che, dopo il forte rimbalzo del biennio post-Covid, rallenta ora registra un calo di 518 milioni di euro (-14,8%). Le prime otto destinazioni commerciali del distretto mostrano decrementi che oscillano dal 10% del Regno Unito al 27,9% del Belgio, passando per il 12% della Francia e il 18% degli Stati Uniti.

Tra i distretti della moda, l’Abbigliamento di Rimini aumenta l’export a valori correnti di 21,3 milioni di euro (+5,8%), sostenuto dalla crescita vigorosa della Russia (+58,4%), che torna su livelli antecedenti lo scoppio del conflitto in Ucraina. Si riduce invece il flusso di esportazioni del distretto verso Francia (-9,4%), Cina (-21,3%) e Germania (-25%). In calo nel complesso i distretti delle Calzature di San Mauro Pascoli (-6,8%) e quello della Maglieria e abbigliamento di Carpi (-34,7%).
Il decremento del primo è quasi interamente ascrivibile al calo delle vendite verso Stati Uniti (-31,5%), primo mercato di sbocco, Francia (-17,4%) e Cina (-15,2%). Degna di nota la performance di Emirati Arabi (+44,7%) e, anche qui, della Federazione russa (+35,6%). Le vendite dei capi di abbigliamento carpigiani subiscono una brusca caduta verso tutti i principali paesi di destinazione, ad eccezione della Francia che si ferma al -4,1%.

Circa i tre poli tecnologici dell’Emilia-Romagna, l’analisi rileva come continui la forte spinta dell’export del Biomedicale di Mirandola (+80 milioni di euro; +23%), grazie a incrementi delle vendite nei principali mercati di sbocco, in primis Canada (+188,2%), Svizzera (+91,2%) e Belgio (+56,6%).
Decisamente migliore rispetto al valore rilevato a livello nazionale il dato dell’Ict, pari a un +8,9%. Gli Stati Uniti (+45,1%) trainano l’aumento delle vendite, seguiti da Spagna (+36,7%), Germania (+45,1%) e Francia (+19%).
Con segno meno invece il Biomedicale di Bologna (-2,1%), penalizzato dalle cattive performance della Francia (-12,6%) e della Spagna (-9,5%), a fronte comunque di una buona la tenuta di Germania (+14,8%), suo primo mercato, Usa (+12,6%) e Federazione russa (+18,4%).

Nel complesso, conclude lo studio, le esportazioni distrettuali regionali registrano un buon andamento sia verso i nuovi mercati (+8%), trainati da Turchia, India e Polonia, sia verso quelli maturi (+3,2%) con Francia (primo paese per valore di merci esportate), Stati Uniti e Regno Unito in testa.

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