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Logistica

Aumenta il peso del costo della logistica sui conti di Amazon

Ancora lontani i tempi del pre-pandemia, ma l’azienda spiega di non aver ancora visto l’impatto della crisi del Mar Rosso

di REDAZIONE SUPPLY CHAIN ITALY
4 Marzo 2024
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Amazon worker

L’incidenza dei costi di logistica e trasporti sui conti di Amazon è aumentata nel quarto trimestre del 2023 e continua a essere molto lontana dai livelli toccati nel pre-pandemia.

L’ultimo aggiornamento fornito dall’azienda di Seattle, insieme al suo Annual Report per lo scorso anno, mostra infatti che nel periodo il rapporto tra le spese globali di spedizione (worldwide shipping costs) e, rispettivamente, il totale dei ricavi da vendite (net global sales) e le spese operative (operating expenses) sia stato in entrambi i casi superiore a quello dei tre trimestri precedenti.

Più nel dettaglio, il primo dei due parametri (costi di shipping su vendite) si è rivelato pari al 16,08%, una percentuale per la verità inferiore rispetto al record (17,22%) toccato negli ultimi tre mesi del 2021 – periodo in cui la pandemia stava causando gravi criticità nelle supply chain globali – così come ai numeri raggiunti nelle peak season invernali del 2022 (16,87%) e del 2020 (17,10%). Ciò detto, quello raggiunto è un importo decisamente più alto rispetto a quelli di tutta la prima parte del 2023 ma soprattutto ancora ben distante da quello del quarto trimestre del 2019 (14,47%), ultima ‘alta stagione’ del pre-pandemia.

La progressione verso l’alto dell’incidenza dei costi di spedizione appare ancora più marcata se messa in relazione alle spese operative complessive sostenute da Amazon. Negli ultimi tre mesi del 2023 questo rapporto è stato pari al 17,43%, percentuale che rappresenta il terzo valore più alto raggiunto dal 2019 a questa parte. Picchi più elevati erano stati infatti raggiunti nell’inverno 2020 (18,09%) e in quello del 2021 (17,66%), mentre nella peak season precedente, ovvero quella del 2022, il parametro si era attestato su livelli inferiori (16,87%). Anche in questo caso appare evidente quanto sia ancora ampia la distanza dal pre-pandemia, quando il peso delle spese di distribuzione sul totale dei costi operativi era ‘solo’ del 15,42%.

La relazione che accompagna i dati non è di aiuto nello spiegare le ragioni di questi incrementi, ma dalla conference call che ha seguito la loro pubblicazione sono emersi comunque alcuni dettagli sulle strategie seguite da Amazon nell’orientare la propria attività logistica, nonché alcune riflessioni, per la verità piuttosto generiche, sul contesto globale. Rispondendo a una domanda sul tema della crisi del trasporto nel Mar Rosso, l’amministratore delegato dell’azienda xx si è detto consapevole del fatto che “questa potrebbe influire sulle spedizioni in Europa e negli Usa” e al riguardo ha detto che l’azienda “sta lavorando” per far sì che i suoi effetti “non si ripercuotano sulla clientela”. La crisi, ha aggiunto, non è un punto di cui siano stati stimati gli effetti materiali nella guidance diffusa da Amazon per il primo trimestre 2024.

Dal confronto con gli stakeholder, i top manager del gruppo hanno anche sottolineato come l’azienda sia riuscita a migliorare la rapidità delle consegne – “negli Stati Uniti e globalmente”, in particolare in quelle dell’ultimo minuto, evidenziando come questo abbia consentito ai clienti Prime di assicurarsi i regali acquistati prima delle vacanze. La cosa, hanno aggiunto, ha anche portato a crescere la frequenza di acquisto degli stessi sulla piattaforma in tutte le regioni più importanti, in particolare rafforzando la domanda per prodotti di uso quotidiano. Nella conference call i vertici di Amazon hanno anche sottolineato di aver beneficiato, nel trimestre, di costi del trasporto più bassi in tutte le modalità utilizzate. Tornando poi sulle iniziative in atto in ambito distributivo (negli Usa il network è stato riorganizzato su base regionale), ha sottolineato di voler proseguire nel suo efficientamento. Durante la pandemia, ha ricordato, “in 18 mesi abbiamo raddoppiato le dimensioni della nostra rete di centri logistici e costruito un network di trasporto dell’ultimo miglio delle dimensioni di quello di UPS”.   Ottimizzarlo, ha proseguito, ha richiesto uno sforzo dirompente ma è stata una cosa molto utile, perché “ci ha davvero portato a riconsiderare tutto ciò che stavamo facendo con la nostra rete di distribuzione”. “Abbiamo trovato così tante aree in cui crediamo di poter evolvere che penso ciò aiuterà sia [il miglioramento de]i nostri costi di servizio sia, cosa ancora più importante, a garantire velocità di consegna più elevate per i clienti”.

F.M.

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