Export italiano di acciaio in netto calo in valore (-16,9%) nel 2023
In volume le vendite estere sono rimaste stabili, assestandosi a 16,2 milioni di tonnellate
L’export italiano di acciaio è calato a 23,2 miliardi in valore nel 2023 (-16,9% sull’anno precedente), rivelandosi però stabile dal lato dei volumi a 16,2 milioni di tonnellate, dopo la flessione del 6% registrata nel 2022. Lo riporta una analisi dell’Ufficio Studi Siderweb su dati Istat, che evidenzia anche come il calo sia stato più marcato se si guarda solo ai primi 20 poli siderurgici italiani (in cui le vendite estere sono scese del 17,6%, fermandosi a 19,4 miliardi di euro).
Invariato, tra questi, il podio, che vede al primo posto ancora la provincia di Brescia (che però perde il 26,1%), seguita da quella di Udine (-16,8%) e quella di Mantova (-20,4%). Contrazioni molto più alte della media sono poi quelle registrate dai poli di Terni (-39,2%), Genova (-35,3%), Aosta (-29,3%), mentre l’unico che chiude in positivo è quello di Bergamo (+16,2%), incentrato sulla produzione di tubi senza saldatura.
Secondo Gianfranco Tosini dell’Ufficio Studi Siderweb, i dati “confermano il consolidamento della geografia dei poli produttivi dell’acciaio italiani che si è venuta a creare dopo la grande crisi del 2008”. Tenendo quell’anno come riferimento, Taranto, dove ha sede Acciaierie d’Italia, registra nel 2023 un calo dell’81,3% ed è ora al 20esimo posto dei poli italiani, Torino (dove aveva sede Thyssenkrupp, ora chiuso) riscontra un calo del 39,1% mentre a Livorno (dove opera Jsw Steel Italy) le esportazioni in questo intervallo di tempo si sono ridotte del 60,6%, “causandone l’esclusione dai primi venti poli siderurgici italiani”.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA DI SUPPLY CHAIN ITALY