Export dei distretti industriali italiani stabile nel 2023 a circa 150 mld
Secondo il Monitor di Intesa Sanpaolo, le imprese hanno saputo superare la debolezza del mercato tedesco cogliendo le opportunità di altre aree
Nel 2023 l’export dei distretti industriali italiani è rimasto sostanzialmente stabile, confermando i livelli record toccati nel 2022 quando per la prima volta aveva superato di slancio la quota dei 150 miliardi di euro. Lo si legge nella sedicesima edizione del Rapporto annuale di Intesa Sanpaolo dedicato alla evoluzione economica e finanziaria delle imprese distrettuali, elaborato analizzando i bilanci di 20.800 aziende localizzate in questi contesti.
Più nel dettaglio, i distretti secondo l’analisi hanno “saputo superare la debolezza del mercato tedesco cogliendo le opportunità di crescita presenti in altri mercati”, tra cui quelli di Turchia, Emirati Arabi Uniti, Messico, Arabia Saudita e Cina. Una ulteriore “conferma della straordinaria capacità e velocità di adattamento delle imprese distrettuali, che spiccano nel panorama italiano per propensione all’export e capacità di creare valore nel territorio” secondo il report. Nel 2023, infatti, l’avanzo commerciale dei distretti è salito di altri 4,4 miliardi di euro (+4,8%), toccando la quota record di 94,3 miliardi di euro. In questo scenario di consolidamento, spiccano le prestazioni di quelli specializzati nella meccanica e nell’agro-alimentare, che anche nel 2023 hanno registrato una buona crescita del fatturato proprio grazie alle performance sui mercati internazionali (rispettivamente +7,9% e +4,5% per crescita dell’export).
Nell’insieme, si legge ancora nel report, le imprese dei distretti hanno visto crescere leggermente (+0,8%) il loro volume d’affari nel 2023 portandolo decisamente sopra i livelli del 2019 (+20% circa a prezzi correnti). Una performance, evidenzia il rapporto, “decisamente positiva e superiore a quella delle imprese non distrettuali”. Tutti i settori inoltre mostrano valori del fatturato maggiori rispetto a quelli del pre-Covid.
Meglio andrà poi nel prossimo biennio, nel quale in particolare l’agroalimentare potrà “contare su un potenziale di crescita inespresso sui mercati internazionali”, che stimolerà una crescita del fatturato, Questo, nell’insieme, è previsto in aumento dell’1,1% nel 2024 e del 2% nel 2025.
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