Forte crescita dell’export di farmaci (+38,8%) e di camper (+35%) dalla Toscana nel 2023
Nel complesso le vendite estere di distretti e poli della regione sono aumentate del 4,4%
Il 2023 si è chiuso nel complesso positivamente per le esportazioni di distretti e poli tecnologici toscani, che sono state pari a 31,2 miliardi di euro (+4,4% sul 2022) rappresentando il 55% di quelle totali della regione.
A registrare un balzo in alto, segnala il Monitor di Intesa Sanpaolo, è stato in particolare il polo farmaceutico toscano, con numeri in aumento del 38,8%, mentre i distretti tradizionali hanno segnato un calo del 3,5%.
Il sistema moda, in particolare, ha registrato ritardi maggiori, con una flessione del 5,9%, dovuta principalmente alla Pelletteria e calzature di Firenze ( -12,5%) e all’Abbigliamento di Empoli ( -8,9%), su cui pesa il rallentamento vissuto dalle maison del lusso. Per i due distretti, la Svizzera resta il primo mercato di sbocco nonostante il dimezzamento delle esportazioni, mentre crescono i numeri di Francia, Stati Uniti e Giappone, e raddoppiano le vendite in Cina. Nel sistema moda, cresce invece l’Oreficeria di Arezzo, che registra un balzo delle vendite soprattutto verso la Turchia. Tra i distretti più rilevanti del comparto, si evidenzia infine la riduzione delle esportazioni del Tessile e abbigliamento di Prato.
Bene vanno invece i poli della farmaceutica e biomedicale, con esportazioni a 7,8 miliardi ovvero in crescita di 2,1 miliardi. La farmaceutica mostra crescite significative in tutti i territori monitorati, con incrementi intorno al 30% per le province di Firenze e Lucca e punte del 54% quella di Siena. Gli Stati Uniti si confermano al primo posto tra i mercati di sbocco. Nel biomedicale la crescita è stata del 23%, con buoni andamenti delle vendite verso gli Stati Uniti e soprattutto la Svizzera, diventata secondo mercato di riferimento. In alto anche la Cina, che sale al quinto posto come destinazione.
Andamento positivo anche per la filiera agro-alimentare (+5%), sostenuto soprattutto dal distretto dell’Olio toscano, che cresce di circa 145 milioni. Il Florovivaismo di Pistoia conferma il valore del 2022, grazie alla tenuta delle esportazioni verso la Francia (primo mercato) e la crescita più sostenuta della Turchia che hanno compensato il calo della Germania. Infine, nel settore agro-alimentare il distretto dei Vini dei colli fiorentini e senesi mostra un calo del 5%, maturato prevalentemente nei mercati nord-americani (-10,1% negli Stati Uniti e -9,9% in Canada) che insieme rappresentano il 47,6% del totale export del distretto.
Tra i comparti dai risultati migliori si segnala poi quello dei mezzi di trasporto, in particolare con la Nautica di Viareggio (+19,8%), che rafforza il posizionamento nel segmento dei superyacht, e la Camperistica della Val d’Elsa (+35,0% ovvero + 250 milioni sul 2022, nonostante il calo delle immatricolazioni registrato a livello europeo nei primi nove mesi dell’anno).
Il distretto del Cartario di Lucca segna invece nel 2023 una battuta di arresto (-11,9%), con un calo delle vendite soprattutto verso Francia, Germania e Spagna, ma un aumento di quelle dirette verso la Polonia, terzo mercato di sbocco. Anche il distretto delle Macchine per l’industria cartaria di Lucca mostra un calo delle vendite estere (-17,2%) e si attesta a 586,8 milioni di euro.
Tra i settori del sistema casa, si osserva complessivamente un calo del 7,2%, con il distretto del Marmo di Carrara che registra una contrazione del 7,0%, generata principalmente dalle minori esportazioni verso gli Stati Uniti della componente lavorata e da un calo verso la Cina del marmo grezzo; in crescita, invece, le vendite negli Emirati Arabi Uniti di materiale lavorato.
“È un futuro senza dubbio dominato da un’incertezza di fondo quello che stanno vivendo le nostre imprese – ha commentato Alessandro Sordi, Vice Presidente di Confindustria Toscana Centro e Costa, secondo il quale lo scenario attuale “tende ad aumentare il divario fra la capacità di competitività tra grandi e piccole imprese meno strutturate e in grado di aprirsi a nuovi mercati e fare fronte alle sfide di innovazione digitale ed ecologica che rafforzerebbero la loro presenza sui mercati internazionali”. Da qui l’invito a “investire in ricerca e sviluppo” per “recuperare competitività e rinnovare prodotti e linee industriali”.
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