In netto aumento (+12,9%) l’export italiano extra Ue ad aprile
Gli incrementi più marcati riguardano Turchia (+68,6%), Regno Unito (+39,9%), Giappone (+23,0%), paesi Asean (+22,7%) e paesi Opec (+18,1%)
Ad aprile l’export italiano extra Ue segna una crescita su base annua del 12,9% (era -5,0% a marzo), trainata in particolare dal marcato aumento delle vendite di beni di consumo durevoli (+56,1%) e non (+23,1%). L’import registra invece una flessione tendenziale del 3,6%, quasi totalmente dovuta alla contrazione degli acquisti di energia (-24,6%). Lo dice l’ultimo report dell’Istat.
Nel mese, l’istituto rileva incrementi su base annua delle esportazioni verso tutti i principali partner extra Ue27. I più marcati riguardano Turchia (+68,6%), Regno Unito (+39,9%), Giappone (+23,0%), paesi Asean (+22,7%) e paesi Opec (+18,1%). In calo, invece, le vendite verso la Svizzera (-6,5%). Verso la confederazione elvetica Istat riscontra anche un calo delle importazioni (-16,4%). Diminuiscono anche quelle da paesi Opec (-15,9%), Regno Unito (-8,4%) e Turchia (-5,0%). Per contro, gli acquisti dagli altri principali paesi partner extra Ue27 aumentano, con gli incrementi tendenziali più ampi registrati da India (+29,7%), paesi Asean (+11,4%) e paesi Mercosur (+10,1%).
Su base mensile, l’istituto stima un aumento congiunturale per le esportazioni (+3,4%) e una lieve diminuzione per le importazioni (-0,6%). L’aumento delle vendite estere rispetto a marzo, spiega, riguarda tutti i raggruppamenti principali di industrie, a eccezione di energia (-19,2%) e beni intermedi (-0,5%), ed è dovuto soprattutto alle maggiori vendite di beni di consumo non durevoli (+7,5%) e beni strumentali (+5,8%). Dal lato dell’import, si rilevano riduzioni congiunturali per tutti i raggruppamenti, a esclusione di beni intermedi (+2,3%) e strumentali (+0,5%).
Commentando questo andamento, Istat rileva come la dinamica sia condizionata da operazioni di elevato impatto (cantieristica navale) registrate nei mesi di aprile 2024 e 2023. Al netto di queste, il profilo di crescita risulta più contenuto su base mensile (+0,9%) ma più marcato su base annua (+15,2%).
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