Bene l’export di isole (+8,9%) e Sud (+4,3%) nel primo trimestre 2024
Lievi cali al Nord, mentre sul Centro (-10,4%) pesa il confronto con il 2023 e l’exploit delle vendite di Paxlovid in Cina
Le esportazioni italiane riscontrano un calo su base annua del 2,8% nel primo trimestre, come combinazione di dinamiche territoriali molto differenziate. Se le Isole registrano una crescita marcata (+8,9%) e il Sud un incremento più contenuto (+4,3%), Nord-est e Nord Ovest segnano invece delle flessioni (rispettivamente -2,4% e -3,4%), mentre il Centro vive (-10,4%) una decisa contrazione. Lo evidenzia l’Istat riscontrando come le flessioni tendenziali più ampie si siano viste nelle Marche (-55,5%), in Basilicata (-35,3%) e in Liguria (-14,7%), mentre a mostrarsi in crescita siano state Calabria (+26,9%), Molise (+22,2%), Abruzzo (+12,4%) e Campania (+9,6%).
Più precisamente secondo l’istituto i maggiori contributi negativi si sono osservati dalla contrazione delle vendite delle Marche verso Cina (-97,1%) e Belgio (-74,6%), della Toscana verso la Svizzera (-67,5%) e della Lombardia verso Germania (-10,1%), Stati Uniti (-9,2%), Francia (-6,6%) e Paesi Bassi (-13,6%). Il primo flusso risulta condizionato dal confronto con il primo trimestre 2023, quando le vendite di prodotti farmaceutici – secondo le ricostruzioni, in particolare di Paxlovid verso la Cina – avevano visto un boom. Passando invece ai ‘corridoi’ in crescita, l’Istat riscontra in particolare l’aumento dell’export della Toscana verso Turchia (+234,3%), Stati Uniti (+49,7%) e paesi Opec (+33,1%) – in particolare flussi di minuterie e oggetti di gioielleria di metalli preziosi – e del Friuli-Venezia Giulia verso gli Stati Uniti (+250,5%), quest’ultimo secondo l’istituto derivante dalle vendite di navi (verosimilmente quelle realizzate da Fincantieri, che ha la sua sede a Trieste, per le compagnie crocieristiche del paese).
Riguardo il peso di queste diverse tendenze, Istat segnala che nel primo trimestre 2024 la forte riduzione delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici dalle Marche contribuisce per 2,8 punti percentuali alla flessione dell’export nazionale, mentre le minori esportazioni di metalli di base e prodotti in metallo da Lombardia, Veneto e Lazio e quelle di articoli in pelle da Toscana e Lombardia valgono per ulteriori 1,2 punti percentuali. Contributi positivi arrivano invece dalle vendite di articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici dalla Toscana e di mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi) dal Friuli-Venezia Giulia che insieme forniscono un impulso positivo per 1,3 punti percentuali.
Passando poi a uno sguardo ancora più ravvicinato, la nota di Istat segnala in negativo le performance delle province di Ascoli Piceno, Livorno, Brescia, Bologna e Milano, mentre in positivo si distinguono Gorizia, Arezzo, Firenze, Latina e Napoli.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA DI SUPPLY CHAIN ITALY