Ruggerone (Assologistica) sulle inchieste nella logistica: “Affrontare il tema delle regole”
Per il presidente dell’associazione una logistica efficace e sostenibile (dal punto di vista sociale, ambientale ed economico) ha dei costi non comprimibili e la competitività deve basarsi sul servizio, non sul ribasso
Contributo a cura di Umberto Ruggerone *
* presidente Assologistica
Un giornalista mi ha chiesto di parlare del “problema della logistica”. Benissimo: ovvero? “Beh – mi risponde – le inchieste…”.
Ok. Ma, mi permetto, è veramente un problema di logistica?
La domanda nasce da notizie che interessano per lo più grandi gruppi internazionali che fanno della standardizzazione di processo la loro forza.
Queste specifiche inchieste, però, si registrano solo nel nostro Paese.
Quindi, forse, è un problema di logistica IN Italia?
Ma cosa ha di diverso la logistica italiana rispetto agli altri Paesi, stante che ha gli stessi obiettivi e sovente pure gli stessi manager?
Le differenze stanno nel contesto, nell’insieme di norme, strutture di servizio, contratti, concorrenza e competitività del nostro mercato, e non vale solo per la logistica.
Ci sono differenze profonde rispetto ad altri Paesi. E non è detto che debbano essere eliminate a prescindere.
Tuttavia, è necessario che il sistema delle regole, appunto, consenta di operare con gli stessi livelli di servizio.
Le regole vanno condivise, scritte, riscritte se è il caso, aggiornate e poi applicate.
Da questo punto di vista scontiamo un ritardo. Il settore è cresciuto rapidamente negli ultimi anni mentre l’impianto normativo no.
Ciò ha creato un gap tra il mondo del lavoro e le regole che lo sottendono.
Un gap pericoloso, lo diciamo da tempo anche alla politica, in cui può incistarsi più di qualche negatività.
Come Assologistica vogliamo sia affrontato il tema delle regole.
Nel 2023 abbiamo dedicato un anno di approfondimenti con i nostri associati e con ADAPT sui nuovi temi del lavoro.
Un percorso inedito che ha prodotto proposte, sintetizzate nel volume “Il futuro della logistica”, su cui ci confrontiamo con tutti: il sistema della rappresentanza datoriale, i sindacati, le cooperative, la committenza e la politica.
Di contorno assistiamo al fiorire di iniziative variegate; manifestazioni di intenti, protocolli dichiarativi unilaterali, copia/incolla di progetti già esistenti. Tutti buoni propositi, per carità, sulla cui efficacia concreta, tuttavia, è lecito nutrire qualche perplessità, o anche eccepire.
Lo diciamo da tempo: una logistica efficace e sostenibile (dal punto di vista sociale, ambientale ed economico – in quest’ordine) ha dei costi non comprimibili e la competitività deve basarsi sul servizio, non sul ribasso.
E su questo punto occorre confrontarsi con la committenza: e noi lo stiamo facendo (anche – ma non solo – grazie al tavolo presso il MIMIT).
La logistica è servizio all’industria e alla distribuzione, e deve comunque garantire standard di mercato sulla base di rapporti di lavoro corretti.
E su questo punto occorre confrontarsi con le parti sociali: e noi lo stiamo facendo (anche – ma non solo – nell’ambito del rinnovo dei CCNL).
Questo è il percorso; e così forse tra un po’ in un’intervista, non parleremo più di “problema”, ma magari, pensando alla competitività italiana, ragioneremo di “opportunità della logistica.”
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