Approvata dal Consiglio regionale della Lombardia la legge sugli insediamenti logistici
Votata dalla maggioranza e dal Pd, l’iniziativa è stata giudicata tardiva e insufficiente da Legambiente
Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato lo scorso 26 luglio in aula, con i voti a favore della maggioranza e del Pd, il progetto di legge per disciplinare la localizzazione degli insediamenti logistici di rilevanza sovracomunale. Approvata dalla Giunta dell’ente lo scorso giugno, questa si proponeva di gestire in modo ordinato i “nuovi insediamenti logistici di rilevanza sovracomunale” nonché l’ampliamento di quelli già esistenti, se pure di rilevanza sovracomunale con superficie superiore ai tre ettari (o che lo diventerebbero post espansione).
“Con questa normativa – ha commentato l’assessore regionale alle Infrastrutture e Opere pubbliche, Claudia Maria Terzi – finalmente vengono indicati i criteri per definire gli ambiti idonei per gli insediamenti, nel rispetto della riduzione del consumo di suolo e di uno sviluppo sostenibile. Inoltre, il progetto di legge dà attuazione a un principio importante: gli insediamenti devono essere gestiti secondo regole uniformi, in una logica di sistema, coniugando l’iniziativa economica e l’esigenza di tutelare il territorio, affinché le criticità diventino opportunità”. Secondo Terzi, nell’intera regione genera un indotto pari a 35 miliardi di euro (2% del Pil del Paese), registra la presenza di 28.718 imprese che occupano 232.375 addetti e movimentano 400 milioni di merci circa. Altri numeri utili a inquadrare il peso del comparto sul territorio regionale sono stati forniti in questi giorni da World Capital Group, secondo le cui analisi lo stock immobiliare dedicato vale nella regione 1,3 miliardi di euro, per oltre 700 magazzini già presenti, e conta progetti di sviluppo per 1,3 milioni di metri quadrati.
Secondo una nota di Regione Lombardia, il progetto di legge “individua le modalità e i criteri per la definizione, da parte delle province, di ambiti territoriali idonei alla localizzazione di insediamenti logistici di rilevanza sovracomunale”, prevedendo inoltre “lo strumento della co-pianificazione come procedura per conseguire l’intesa tra gli enti interessati, da attivarsi nelle more dell’individuazione degli ambiti idonei o laddove l’insediamento voglia essere localizzato al di fuori di questi ultimi” ed è infine “finalizzato a uniformare i criteri per svolgere le valutazioni di competenza degli enti interessati”.
L’iniziativa è stata nuovamente criticata, alla vigilia del voto, da Legambiente Lombardia che in una nota l’ha descritta come “insufficiente e tardiva”. L’associazione auspicava che il testo potesse essere corretto con alcuni miglioramenti, ovvero con la sua estensione a ”tutti i nuovi insediamenti” e non solo “quelli di maggiori dimensioni” (nella fattispecie a quelli superiori all’ettaro di superficie e non a tre ettari), con il vincolo al riutilizzo delle aree dismesse, con l’inclusione nei processi decisionali dei pareri di associazioni e sindacati e infine con l’obbligo di copertura fotovoltaica per tutti i nuovi capannoni e piazzali.
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